SIRACUSA. Dovrebbe scadere a giugno il mandato dell'attuale consiglio e amministrazione provinciale, eletti a giugno del 2008. E poi dovrebbe arrivare il commissario per gestire la fase di transizione in attesa della riorganizzazione delle province. Ma si attende da Palermo che l'assemblea regionale affronti la legge di riforma delle province. Ed è cauto il presidente Nicola Bono che preferisce rinviare ogni osservazione a quando l'Ars deciderà, tra l'altro lui ha più volte detto che non si sarebbe più candidato. «La questione non è salvare o meno l'ente Provincia - osserva Bono - ma il problema è quale visione dare alla gestione della cosa pubblica, ogni ente non esiste per caso, i costi della politica non sono da confondersi con quelli delle istituzioni, un ente può e deve esistere se serve alla gente». Le maggiori preoccupazioni riguardano, però, il personale: non sarebbe ancora chiaro dove andranno a finire i dipendenti e rimangono gli interrogativi anche sulle competenze di quei settori gestiti finora dalle Province: dalla viabilità, all'edilizia scolastica, alla gestione dei rifiuti a quella dell'acqua. «Sono d'accordo sui tagli della politica - commenta il capogruppo del Pdl Paolino Amato - ma chi si occuperà di ambiente, di strade, di scuole e che fine farà il personale? I tagli andrebbero fatti altrove, alla Regione solo i grillini hanno restituito parte dello stipendio e per gli altri ancora si attende». La preoccupazione sul personale la lancia anche il presidente del consiglio provinciale Michele Mangiafico che sottolineando come in questi ultimi tre mesi l'attività continuerà per lasciare alla gestione commissariale ”ogni atto al suo posto”, gli interrogativi riguardano i dipendenti. «I comuni sono già in grande difficoltà - osserva Mangiafico - e non è immaginabile che il personale possa essere trasferito nei comuni. All'interno dell'ente ho conosciuto potenzialità che al di là del salvare il posto di lavoro non è giusto che vengano vilipese non sapendo che fine faranno. C'è poi il timore per tante opere pubbliche, appalti, mutui che qualora non vengano definiti potrebbero portare a contenziosi». In attesa della Regione il Consiglio comunque continuerà a riunirsi. E ci sarebbero nuovi equilibri politici nei gruppi. Attualmente il presidente Bono conta sull'appoggio di tredici consiglieri contro i dodici dell'opposizione, ma spesso in aula sono proprio mancati i numeri a sostegno dell'amministrazione su votazioni importanti.