FLORIDIA. Una folla di circa settecento persone ha partecipato ieri a Floridia alla manifestazione finalizzata a difendere l'autonomia del liceo scientifico «Leonardo Da Vinci».
Studenti, professori, autorità e semplici cittadini si sono riuniti e muniti di striscioni e musica hanno percorso le via della città per dire «no» all'accorpamento del liceo di Floridia con l'Istituto per geometri «Juvara» di Siracusa. Presenti al corte, anche i cinque sindaci dei Comuni coinvolti nella protesta contro il piano di dimensionamento varato dalla Regione.
Giunti in piazza, gli studenti hanno dato vita ad un divertente «Flashmob» e accompagnati dalla musica hanno urlato a squarciagola che «Il "Da Vinci" non si tocca». Dopo aver partecipato in prima linea al corteo, i sindaci di Floridia, Solarino, Canicattini Bagni, Ferla e Cassaro hanno annunciato che uniranno le forze per tutelare l'autonomia del liceo floridiano.
«Siamo un presidio in trincea - ha detto il sindaco di Floridia, Orazio Scalorino - ma ci dobbiamo unire per tutelare il liceo e la dignità di un territorio che, molto spesso, viene dimenticato. Domani andrò a Palermo e parlerò con l'assessore alla pubblica istruzione. Se la situazione non si risolve in questi giorni, andremo direttamente al Ministero, chiedendo di essere ascoltati». Secondo i sindaci di Ferla e Cassaro, Michelangelo Giansiracusa e Nello Pisasale «non è la solita battaglia di campanile. Abbiamo tutte le carte in regola per avere l'autonomia. Il governo regionale aveva il compito di eliminare 170 istituti sottodimensionati. Ne sono rimasti cinque. Se ne aggiungiamo un sesto, la Regione non andrebbe in bancarotta».
Un coro unanime, dunque, per difendere il «Liceo degli Iblei» e tutelare un territorio che, secondo il sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta «ancora una volta viene mortificato da iniziative che partono da interessi personali. Bisogna trovare al più presto una soluzione».
Ma se da un lato le istituzioni annunciano che andranno a Palermo per risolvere la questione, dall'altro gli studenti anticipano che non abbasseranno la guardia e continueranno a manifestare per non soccombere ad un piano di dimensionamento definito «ingiusto».