SIRACUSA. Un deposito clandestino di bombole gpl è stato scoperto a ridosso di piazza Santa Lucia, nel cuore della Borgata, dai militari della Guardia di finanza. Oltre 200 pezzi, per un peso complessivo di circa 2300 chili, erano stoccati in un locale al piano terra di un immobile e nessuno dei residenti sapeva di dormire in una zona ad alto rischio. I finanzieri del comando provinciale, nel corso degli accertamenti, hanno svelato che la titolare dell’attività, una donna di 35 anni, non era autorizzata a detenere quella merce pericolosa, posta sotto sequestro, ed è stata denunciata in Procura. «La costituzione di depositi di bombole di gas - commenta il comandante provinciale - richiede l'osservanza di severe norme, a garanzia non solo degli interessi fiscali dello Stato, ma anche e soprattutto a tutela della sicurezza dei lavoratori del settore e di tutti i cittadini. Tali depositi, infatti, oltre a dover essere autorizzati ai fini delle accise dall'amministrazione finanziaria, devono necessariamente rispondere a tassativi standards di sicurezza, anche ai fini della prevenzione degli incendi, alla luce della potenziale pericolosità della merce commercializzati».
Un’operazione analoga è stata portata a termine a Lentini dai militari della Compagnia di Augusta che hanno rinvenuto due locali clandestini dove erano conservate 200 bombole di gpl per un peso di circa tre tonnellate. Il proprietario, che gestiva entrambi i depositi, è stato denunciato dopo che le Fiamme gialle hanno accertato la mancanza di autorizzazioni sia in tema di prevenzione incendi sia di sicurezza per i dipendenti. Le indagini guardano anche all’aspetto fiscale, i militari sospettano che possano esserci dei rilievi poco chiari e così saranno compiuti dei controlli. «I quantitativi trovati - dice il comandante della Finanza, Giuseppe Cuzzocrea - erano assolutamente eccedenti i limiti previsti dalla legge in vigore, senza peraltro che fosse stata mai richiesta la prescritta autorizzazione amministrativa della Regione per l'esercizio di tale attività nonché del provvedimento rilasciato dall'Agenzia delle Dogane. Pertanto si è proceduto al sequestro di tutto il materiale denunciando a piede libero il responsabile alla Procura , segnalando lo stesso sia all'Agenzia delle Dogane che alla Regione».