NOTO. Fasciata da impalcature e ponteggi, e non solo al suo interno. Nella Basilica Cattedrale oltre ai transetti di destra (dove sorge la cappella di san Corrado) e di sinistra (intitolata al Santissimo), al catino absidale e al sottarco di raccordo, da qualche giorno è stato chiuso l'ingresso principale della facciata che guarda verso palazzo Ducezio: entro la fine di questa settimana sopra il grande portone centrale in bronzo che racconta la vita del santo patrono della città sarà fissata l'unica pesante vetrata superstite scampata al crollo del 13 marzo del 1996 (l'operazione di montaggio è però resa difficile dal forte vento che da qualche giorno continua a soffiare). E insieme alla vetrata intitolata a san Corrado e restaurata dal pittore toscano Francesco Mori, l'artista che ha riprodotto le altre diciassette andate distrutte, sempre dalla parte esterna del massimo edificio religioso della città, sopra l'arcata del portone centrale, sarà collocato lo stemma in marmo di Carrara con le chiavi decussate, simbolo dell'autorità papale, donato lo scorso 19 marzo dal Comune di Noto alla Chiesa nel giorno delle celebrazioni per l'elevazione della Cattedrale a Basilica minore.
Un segno di feconda collaborazione e di sana laicità, in particolare dopo che il dono presentato dal Comune alla Chiesa finì per sollevare un vespaio di polemiche (anche per il costo dell'opera). E proprio come nei giorni della polemica ancora oggi il sindaco Corrado Bonfanti difende l'operato della sua amministrazione per quel dono fatto alla Chiesa. «L'amministrazione comunale - ha affermato Bonfanti - non poteva certo non far sentire la propria presenza in una ricorrenza fausta per l'intera cittadinanza, quale è stata quella della elevazione a Basilica del nostro gioiello monumentale».
Le operazioni legate alla sistemazione delle vetrate artistiche - due rettangolari e quattro ovali nei due transetti - e dello stemma, tempo permettendo, dovranno essere completate entro la settimana: la notte di Natale l'edificio, almeno in alcune sue parti, dovrà essere liberato dai ponteggi. Ma già altri interventi sono alle porte: secondo l'aggiornato progetto che ridisegna l'intera area di fondo (destinata a diventare un'unica superficie senza venature), subito dopo le feste natalizie dovrebbero iniziare i lavori per il rifacimento dell'intonaco oggi a gesso che sarà invece realizzato a coccio pesto. Sarà questa la grande «tela» su muro da affidare al pittore marchigiano Bruno D'Arcevia per la realizzazione dell'affresco del Cristo Pantocratore.