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Statale 124, blitz Dia al cantiere Controlli su impresa e personale

Gli investigatori stanno accertando se la «Sics» abbia i requisiti disposti dalla Prefettura contro le infiltrazioni mafiose

SIRACUSA. Blitz della Dia, la direzione investigativa antimafia, al cantiere sulla statale «124», tra Siracusa e Floridia, dove sono in corso i lavori per l’allargamento della strada.
Si tratta dei controlli che gli investigatori della Dia compiono per verificare se l’azienda ha le carte in regola, dalle certificazioni antimafia fino alle posizioni del personale e capire, in questo caso, se ci sono operai ingaggiati senza contratto di assunzione.

Accertamenti che sono stati svolti in passato, in occasione degli interventi per la costruzione del tratto mancante dell’autostrada «Siracusa-Catania». In quelle visite, furono prese in esame le documentazioni in possesso alle aziende che avevano ottenuto i lavori per scoprire che non vi fossero infiltrazioni mafiose, perchè quando ci sono grossi appalti gli appetiti di Cosa Nostra crescono in modo esponenziale.
Al cantiere della «Sics», l’impresa che ha vinto i lavori per l’ammodernamento della «124», c’erano anche i carabinieri e gli agenti di polizia che, di fatto, hanno aiutato gli uomini della Direzione investigative antimafia a portare a termine il lavoro. Non è chiaro se i controlli proseguiranno ancora nei prossimi giorni e se sono state prelevate alcune documentazioni, di certo gli investigatori della Dia esporranno i fatti non appena saranno vagliate tutte le informazioni che sono state prese.
Dia, carabinieri del comando provinciale, agli ordini del colonnello Mauro Perdichizzi, e polizia hanno incrociato le loro informative per avere un quadro della situazione più chiaro attorno al cantiere. Nei mesi scorsi, il cantiere dell’imprenditore Carmelo Misseri, subì una grave intimidazione, con l’incendio, avvenuto nel giugno scorso, di un escavatore, mentre alcuni giorni dopo vennero ritrovate alcune bottiglie incendiarie vicino ad una pala meccanica.
Un episodio inquietante che scatenò numerose reazioni, sia da parte degli esponenti politici sia delle associazioni antiracket che manifestarono la solidarietà all’imprenditore, che ha subito altre intimidazioni in passato, quasi tutte riconducibili al racket delle estorsioni.

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