SIRACUSA. Gli occhi delle telecamere montate a piazza della Repubblica avrebbero ripreso tante persone. Ma le attenzioni dei carabinieri, che indagano sull’omicidio di Elvira Leone, l’insegnante in pensione uccisa nel corso di una rapina in casa, si sarebbero concentrate su una sola.
Un uomo che ”ronzava” vicino all’ingresso dello stabile in cui viveva l’anziana, strangolata con il filo di una abat jour dai suoi assassini, che si sono intrufolati nell’appartamento con una chiave bulgara, un grimaldello usato anni fa dai servizi segreti dell’Europa dell’Est ed in grado di aprire anche le porte blindate. Non hanno avuto pietà nell’ammazzare la settantaduenne che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto giusto al momento sbagliato, quando i rapinatori avevano deciso di ripulire la casa convinti, forse, che fosse vuota. Uno dei nodi da sciogliere riguarda le intenzioni delle banda, cioè se fosse pronta a tutto prima di varcare quella porta, fino ad ammazzare chiunque intralciasse i suoi piani, oppure a qualcuno di loro è scappata la mano, perchè in preda al panico.
Una delle ipotesi è che ad agire siano stati stranieri, originari dell’Europa dell’Est, del resto l’uso della cosiddetta chiave bulgara farebbe pendere la bilancia da questa parte ma, per il momento, si tratta di una pista. Quell’uomo ripreso dalle telecamere susciterebbe molto interesse ed i carabinieri del Ros, che si occupano di crimini violenti, stanno scansionando, insieme ai militari del comando provinciali, quei fotogrammi.
I filmati potrebbero condurre gli inquirenti, coordinati dal sostituto Antonio Nicastro, sulla buona strada ma è troppo presto per avere un profilo definito. L’altro fronte su cui si lavora è quello dei rilievi scientifici, che sono stati ormai conclusi dai militari del Ris di Messina. Gli esperti hanno raccolto i tessuti contenuti sulle unghie e sulle mani dell’insegnante in pensione dell’istituto Nautico per accertare se ci sono tracce dei suoi aggressori. Sembra che la vittima non si sia difesa e potrebbe non aver toccato i suoi assassini ma gli inquirenti vogliono esserne certi. Dall’esame compiuto dal medico legale, Francesco Coco, nell’obitorio dell’ospedale «Umberto I», è emerso che la donna è deceduta per strangolamento ma con quel sacco di plastica alla testa sarebbe spirata lo stesso.Le radiografie hanno escluso delle fratture al cranio, questo vuol dire che i colpi inferti al capo non sarebbero stati fatali. Saranno compiuti altri accertamenti, come gli esami istologici, per avere una maggiore certezza sulle cause del decesso, e quelli tossicologici, per verificare se l’insegnante in pensione era stata drogata. Frattanto, proseguiranno gli interrogatori nei confronti delle persone più vicine all’anziana, in cerca di ogni elemento utile alle indagini. Ieri mattina, la Procura ha disposto il dissequestro della salma che è stata restituita ai parenti per la celebrazione dei funerali che si terranno nel pomeriggio di oggi, alle 15,30, nella chiesa di Santa Rita.
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