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Sea Watch al largo di Siracusa, proteste e sit-in: "Facciamoli scendere". Salvini: non cambio idea

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#Facciamoliscendere è l’hashtag creato sui social network da un gruppo di associazioni e organizzazioni che chiedono lo sbarco dei 47 migranti a bordo della Sea Watch, che si trova ancora a un miglio dalle coste siracusane nella rada di Santa Panagia.

L’evento punta alle condivisioni sui social per invitare il maggior numero di cittadini a dare un segno dell’accoglienza all’equipaggio della nave e ai loro ospiti. I promotori dell’iniziativa hanno organizzato per oggi alle 11.30 un presidio sulla costa della Baia di Siracusa.

Tra i partecipanti anche ActionAid, presente con staff e attivisti a Siracusa. «Accogliamo con molto favore la richiesta della Procura dei minori di Catania di far sbarcare i minori - sottolinea in una nota ActionAid - tuttavia evidenziamo il pericolo di questa opzione politica che si è configurata in altre vicende: crediamo infatti che tutte le persone migranti, inclusi gli uomini adulti debbano avere tutele e accesso ai diritti. Per questo ActionAid chiede che tutte le persone a bordo della Sea Watch vengano immediatamente fatte sbarcare».

"Una delegazione di attivisti di Mediterranea sarà presente al presidio davanti al municipio di Siracusa. I 47 naufraghi della Seawatch3 devono sbarcare e ricevere l'assistenza a cui hanno diritto". Lo scrive su Twitter Mediterranea Saving Humans, la piattaforma delle associazioni italiane che con Nave Mare Jonio si alterna nel mare Mediterraneo con Open Arms e Sea Watch. "Già da ieri Mediterranea ha chiesto, nel rigoroso rispetto della legge del mare, che il governo italiano assegni alla Sea Watch 3 il porto di Siracusa come Pos (Place of Safety) e ha incaricato il proprio legal team di monitorare con attenzione l'evolversi della situazione e di segnalare all'autorità giudiziaria qualsiasi comportamento in contrasto con il vigente quadro normativo".

"Possono indagarmi e minacciarmi, ma io non cambio idea. In Italia si entra rispettando leggi e regole, per gli scafisti e i loro complici i porti italiani sono e resteranno chiusi. Nave olandese di Ong tedesca? Amsterdam o Berlino vi aspettano", replica il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Intanto l'Olanda risponde alle sollecitazioni del governo italiano, che ieri ha chiesto un intervento per risolvere la vicenda. "I Paesi Bassi sono a favore di una soluzione strutturale tramite la quale, immediatamente in seguito allo sbarco, venga fatta distinzione tra coloro che hanno diritto alla protezione internazionale e coloro che non hanno questo diritto. Coloro i quali non dovessero avere diritto, dovranno essere rifiutati e rispediti indietro immediatamente dopo l'arrivo alla frontiera esterna europea. Senza una concreta prospettiva di una tale soluzione strutturale, i Paesi Bassi non parteciperanno a misure ad hoc con riguardo allo sbarco". Così il ministro olandese per l'Immigrazione, Mark Harbers, in un colloquio sul Corriere della Sera.

Per Harbers "i Paesi Bassi, in quanto stato di bandiera, non sono neppure obbligati" a partecipare alla ricerca di una soluzione, perché la Ong tedesca che gestisce l'attività di salvataggio della Sea Watch 3 nel Mediterraneo centrale "si è mossa nuovamente di sua iniziativa. E' compito del capitano della Sea Watch 3 - conclude - trovare un porto sicuro nelle vicinanze per sbarcare i 47 migranti da lui presi a bordo".

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