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Mattarella a Siracusa per ricordare il professore Bassiouni: "Stagione difficile, servono regole comuni"

«In una stagione storica come quella che attraversiamo, caratterizzata da tensioni, da violenze, da difficoltà di comprendere l’evoluzione di alcune vicende, dagli scontri che si realizzano in molte parti del mondo, avere alcune regole della comunità internazionale ed alcuni ordinamenti per applicare queste regole, per quanto parziali ed ancora insufficienti rispetto alle esigenze che vi sarebbero, costituisce un patrimonio importante, un’ancora a cui la comunità internazionale può guardare e affidarsi per
governare le difficoltà di questa stagione. Questo rende particolarmente attuale quindi l’attività del prof. Bassiouni. Gli siamo debitori dell’azione che ha svolto perché il mondo si dotasse di alcune regole ed alcune istituzioni che possono farle rispettare. Questo è motivo di grande riconoscenza che anche l'Italia avverte nei suoi confronti».

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un breve discorso a Siracusa in occasione della cerimonia di commemorazione del prof. Cherif Bassiouni, in cui il Capo dello Stato ha inoltre ha espresso il suo «ringraziamento» per l’attività che si svolge nell’istituto» e il suo apprezzamento per l’iniziativa con cui si è voluto ricordare Bassiouni.

Mattarella ha sottolineato i «motivi di riconoscenza che nei confronti di Bassiouni abbiamo il dovere di nutrire». «La passione - ha detto - agitava la sua attività ed il suo muoversi. È vero. Io ho avuto l’opportunità di conoscerlo quasi 40 anni addietro e il carisma che esprime era appunto carico di questa passione, di questo entusiasmo».

Mattarella ha anche espresso il suo ringraziamento nei confronti di Bassiouni «per quanto riguarda l’Italia, per avere scelto Siracusa come sede dell’Istituto». «Rende importante il ruolo della città - ha aggiunto - ma è per l’Italia un grande patrimonio, per la costruzione faticosa, graduale ma di successo, del diritto penale internazionale, riempiendo una lacuna della cultura
giuridica e scientifica della comunità internazionale». «Un terzo motivo - ha aggiunto - è quello di avere introdotto con la
sua azione delle regole e degli ordinamenti nella comunità internazionale».

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