Sono stati concessi gli arresti domiciliari, su parere favorevole della Procura di Messina, a Piero Amara, avvocato siracusano arrestato il 6 febbraio scorso con le accuse di corruzione, falso e associazione a delinquere. Amara, che ha svolto attività legale anche per l’Eni, è finito al centro di una indagine su un’associazione criminale di cui facevano parte l’ex pm siracusano Giancarlo Longo, e un altro avvocato, Giuseppe Calafiore, capace di pilotare e condizionare inchieste in corso a Siracusa.
Il sì dei pm alla concessione dei domiciliari dipenderebbe da alcune ammissioni fatte da Amara. L’avvocato, insieme al socio Giuseppe Calafiore e al pm Giancarlo Longo, e grazie alla complicità di una serie di consulenti tecnici, avrebbe condizionato l’esito dei procedimenti penali aperti dalla Procura di Siracusa su alcuni suoi clienti.
In particolare il pubblico ministero Longo, su input di Amara, avrebbe messo su un’indagine, priva di qualunque fondamento, su un presunto e rivelatosi falso piano di destabilizzazione dell’Eni e del suo ad Claudio Descalzi. In realtà, per gli inquirenti, lo scopo sarebbe stato intralciare l'inchiesta milanese sulle presunte tangenti nigeriane in cui Descalzi era coinvolto.
I magistrati parlano di «regia occulta di Amara che, avvalendosi dell’asservimento di Longo, orchestrava una complessa operazione giudiziaria il cui fine ultimo era di ostacolare l’attività di indagine svolta dalla procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni».
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