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Tagli ai contributi, Museo del papiro di Siracusa vende 20 pezzi per autofinanziarsi

SIRACUSA. Il Museo del papiro Corrado Basile di Siracusa ha messo in vendita 20 frammenti di papiri greci e demotici della propria collezione per autofinanziarsi ed evitare così la chiusura.

I pezzi sono di «accertata provenienza, acquistati circa dieci anni fa e, per quanto di conoscenza, inediti», si legge nell’avviso. L’ente - racconta La Stampa - è una realtà unica al mondo, estensione naturale dell’Istituto internazionale del papiro fondato da Anna Di Natale e Corrado Basile, due nomi noti nel settore per il loro impegno nella ricerca papirologica, anche in collaborazione con Il Cairo.

L'inusuale annuncio non è passato inosservato ed ha scandalizzato molti studiosi e appassionati per la scelta dei due ricercatori di privarsi di rari reperti risalenti a 1500 anni fa in modo così plateale.

«La notizia è apparsa in forma di pubblicità sulla pagina Facebook di un mio collega», ha raccontato sul suo blog Roberta Mazza, curatrice del Museo di Manchester.

Si pensava a uno scherzo ma la direttrice del Museo siracusano Anna di Natale, contattata, ha risposto che Il Museo del papiro ha deciso di mettere in vendita alcuni papiri della propria collezione «per reperire risorse e realizzare altri progetti. Siamo obbligati, la Regione ci ha dimezzato di anno in anno i contributi».

«Vendiamo perché abbiamo bisogno di liquidità per andare avanti», spiega Corrado Basile, precisando che la vendita non è intesa per privati ma solo per enti. «Siamo già in trattativa con università italiane e straniere - dice - che si sono dimostrate interessate alla nostra proposta».

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