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Augusta, maxi sequestro di beni da 3 milioni per una società consortile

AUGUSTA. Non versano le ritenute fiscali ai lavoratori, non pagano le imposte dirette, indirette, né l’Iva dal 2012 al 2014. E’ scattato così il sequestro preventivo per tre milioni sui beni, conti degli amministratori di una società consortile operante nel settore dei montaggi industriali di strutture metalliche ad Augusta.

La guardia di finanza ha effettuato  verifiche fiscali,  che hanno consentito la constatazione di omessi versamenti delle imposte, sia dirette che indirette. Anche il successivo atto di contestazione formulato dall’Agenzia delle entrate ha confermato il quadro complessivamente già delineato dalle fiamme gialle.

Sono state effettuate ulteriori le indagini coordinate dal procuratore capo della repubblica presso il tribunale di Siracusa, Francesco Paolo Giordano,  che hanno consentito di completare il quadro debitorio di una società costituita nel 2012 con scopi consortili e senza fine di lucro.

Tuttavia, è stato accertato che l’amministratore del Consorzio della “Set impianti group” nell’anno 2013 non ha versato ritenute fiscali operate ai propri lavoratori per 700mila euro ed omesso di versare Iva per quasi 400mila euro.

Ma la fetta più consistente sottratta all’erario è stata rilevata nell’anno 2014, in cui l’amministratore del Consorzio, nel frattempo rimpiazzato da un altro soggetto, ha omesso di versare Iva per 1,9 milioni di euro.

Le mirate indagini patrimoniali, condotte con l’ausilio delle banche dati della guardia di finanza, gli accertamenti finanziari eseguiti con interrogazioni all’anagrafe dei rapporti sui conti correnti del consorzio e su quelli risultati nella disponibilità degli amministratori che si sono alternati nell’attività, hanno consentito alla guardia di finanza di fornire alla magistratura prove e materiale necessario affinché il  gip potesse emettere un provvedimento di sequestro preventivo per aggredire, in via diretta, quale profitto derivante dal mancato pagamento delle imposte dovute, le somme di denaro presenti sui conti correnti bancari intestati al consorzio e, per equivalente, i beni mobili e immobili riconducibili al patrimonio  personale dei due amministratori, compresi i depositi bancari e postali a loro riconducibili per un valore corrispondente all’evasione fiscale accertata.

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