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Traffico di gasolio tra la Libia e l'Italia, fermata un'altra nave

La nave fermata lo scorso 18 ottobre nell'operazione "Dirty Oil"

PALERMO. Scoperta una nuova rotta tra la Libia e l’Italia per il contrabbando di carburante e tabacchi esteri. La guardia di finanza ha individuato una motonave con a bordo mille quintali di combustibile di contrabbando che ha fatto rotta dalla Libia all’Italia.

Una rotta già battuta dalle forze dell'ordine che lo scorso 18 ottobre avevano scoperto un altro maxitraffico di gasolio tra la Libia e l'Italia, una operazione in cui erano state arrestate nove persone. Un nuovo canale di commercio illegale che potrebbe essere considerato anche una delle fonti di finanziamento dell'Isis, come ipotizzato dalla procura di Catania in occasione proprio dell'operazione "Dirty Oil". "Non possiamo escludere - aveva detto il procuratore capo etneo Carmelo Zuccaro - che parte dei proventi di questi traffici illeciti sia andata all'Isis ma non ne abbiamo evidenza. L'unica cosa di cui abbiamo evidenza è che nel passato nei territori controllati da queste milizie dedite anche a questo contrabbando vi erano anche soggetti dell'Isis".

La cronaca di oggi parla invece della motonave “Grain M”, battente bandiera del Togo, intercettata dalla guardia di finanza nello specchio di mare antistante la riserva naturale protetta di Vendicari. I finanzieri hanno sequestrato il combustibile e arrestato il comandante.

A bordo sono state trovate mille tonnellate di carburante stipato all’interno di alcune cisterne e trasportato senza alcuna documentazione. A bordo trovati anche 11.000 chili di tabacchi e 31.000 euro circa, soldi considerati proventi della attività di contrabbando di oli minerali. Il comandante della motonave J.A.T., di 25 anni, è stato sottoposto a fermo per contrabbando e riciclaggio. Sono stati denunciati a piede libero i quattro uomini di equipaggio per favoreggiamento.

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