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Sindaco di Priolo ai domiciliari, il legale: "Resta candidato"

Antonello Rizza

PRIOLO GARGALLO. «Noi siamo rispettosi della magistratura, ma è un provvedimento cautelare che viene notificato nel mezzo di una campagna elettorale e che mi sembra tra l’altro assolutamente sproporzionato». Lo afferma l’avvocato Domenico Mignosa, che con il penalista Tommaso Tamburino assiste sindaco Antonello Rizza, finito oggi ai domiciliari, preannunciando ricorso al Tribunale del riesame. «La legge Severino - annuncia Mignosa dopo avere parlato con il sindaco - consente a Rizza di continuare la sua campagna elettorale, cosa che lui ha intenzione di fare».

Nessuna condanna sulle spalle, ma imputato in quattro procedimenti penali con accuse che vanno dalla corruzione, alla concussione, dall’associazione a delinquere alla truffa, dall’abuso d’ufficio alla tentata estorsione. In totale 22 capi di imputazione. Oggi per il sindaco di Priolo, Antonello Rizza, candidato nelle liste di Forza Italia, a sostegno di Nello Musumeci presidente, è arrivato l’ennesimo procedimento che lo ha posto agli arresti domiciliari (le accuse sono turbativa d’asta, truffa aggravata, tentata concussione) in merito alla gestione di alcuni appalti nel comune del polo industriale siracusano. Da sei anni si difende dalle accuse ma fino ad ora non è arrivata alcuna sentenza.

La carriera politica di Antonello Rizza inizia nel 1990 quando fonda la lista civica Rinascita Priolese: successivamente è in consiglio comunale per due volte, nel 1998 e nel 2003. Nel 2008 si candida con la lista Patto per Priolo, appoggiata dal centro destra, e viene eletto primo cittadino con circa 3.000 voti (più degli altri tre candidati messi insieme). Ci riprova nelle elezioni 2013: e vince con il 70% delle preferenze, 5.140 voti.

Adesso il tentativo di conquistare un seggio all’Ars. Un mese fa Rizza, nel corso di una conferenza stampa con uno di suoi legali, ha annunciato di aver presentato una denuncia ai carabinieri nei confronti di un «corvo» che avrebbe passato notizie per lo più false a un blogger che poi le pubblicava in rete. «Sono vittima di una campagna mediatica diffamatoria attraverso blog e siti online» aveva sostenuto sollecitando la Procura a intervenire. E l’intervento della Procura è arrivato ma ancora una volta nei confronti di Rizza.

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