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Migranti, fermato a Siracusa skipper ucraino con barca a vela

SIRACUSA. Lo hanno fermato mentre tentava di lasciare le coste italiane: Illia Fesh, ucraino, è accusato di aver fatto sbarcare 42 tra iraniani e iracheni sulla spiaggia di contrada Gallina, ad Avola, nel siracusano. Poi ha ripreso la via del mare a bordo di una barca a vela battente bandiera degli Stati Uniti, ma è stato fermato dai militari della Guardia costiera, intorno alle 23.30 di giovedì scorso, a circa 4 miglia dalla costa del Plemmirio, a Siracusa. Quando il personale della motovedetta CP 323 ha fermato il natante, ha trovato a bordo l'uomo con una ragazza ucraina, risultata estranea all’organizzazione. Era forse un modo per non farsi notare.

Sulla barca Fesh aveva agende e sim card, oltre a telefoni cellulari e gps. Tutto materiale definito «prezioso» da Carlo Parini, che coordina il Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina della Procura di Siracusa. E che sarà utile per capire la rotta degli scafisti e soprattutto se il comandante ucraino aveva contatti a Siracusa. Intanto Illia Fesh è stato trasferito nel carcere di contrada Cavadonna con l'accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Intorno alle 2.30 di quella stessa notte un gruppo di migranti iracheni e iraniani (tra cui 18 minori) ha bussato alla porta di un agriturismo ad Avola, dove è stato accolto da turisti e dai gestori. Altri quattro migranti sono stati rintracciati in strada: hanno raccontato di essere partiti da Izmir in Turchia cinque giorni prima, e di aver pagato ciascuno tra 6 mila e 7.500 dollari. Il natante aveva fatto sbarcare 42 persone sulla spiaggia di contrada Gallina ad Avola ed era ripartito.

Sani e salvi, intanto, anche i 116 migranti soccorsi a bordo di un gommone alla deriva in acque internazionali, a est di Tripoli, presi a bordo dalla nave Aquarius della Ong Sos Méditerranée, tra le firmatarie del Codice di condotta del Viminale. A bordo della Aquarius c'è personale di Medici senza Frontiere, organizzazione che invece non ha sottoscritto il Codice e che ha sospeso le attività di ricerca e soccorso con la sua nave Vos Prudence. Sono ormai soltanto due le imbarcazioni delle Ong rimaste nel Mediterraneo per le operazioni di salvataggio dei migranti.

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