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"Volevano rivendere mezzi rubati in un cantiere edile", due arresti a Noto

Adriano Pannuzzo e Daniele Mirimina Spatalucente

NOTO. Sono agli arresti domiciliari due presunti estorsori di Noto, accusati al momento di ricettazione in concorso. I due avrebbero cercato di estorcere denaro a una ditta per restituire i mezzi rubati con la tecnica del “cavalo di ritorno”.

A conclusione di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, gli agenti hanno dato esecuzione a due ordinanze agli arresti domiciliari nei confronti di Daniele Mirmina Spatalucente, di 28 anni, e Adriano Pannuzzo, di 35 anni, accusati di ricettazione in concorso.

Dalle indagini è emerso che nei primi giorni del mese di marzo 2015 i due avrebbero tentato rivendere un escavatore con cingoli gommati, un bobcat, martellone e benna. Si tratta di mezzi di proprietà della Ma.Ge.Co. srl, che erano custoditi all’interno del cantiere allestito presso la scuola Maiore di Noto. La ditta catanese si è aggiudicataria dell’appalto per i lavori di ristrutturazione dell’istituto di via Platone, nel quartiere Portavecchia.

Tra il 6 ed il 9 marzo 2015 è stato denunciato il furto di un escavatore ed un bobcat. Attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli agenti hanno raccolto elementi di responsabilità a carico del Mirmina Spatalucente e di Pannuzzo. Secondo quanto emerge dalle conversazioni captate i due non sarebbero gli esecutori materiali del furto ma avrebbero tentato di smerciare i mezzi concordando le modalità di consegna all’acquirenti, ma anche di “restituirli” al proprietario con la strategia del “cavallo di ritorno”.

I poliziotti hanno anche pedinato Panuzzo che all’alba del 3 aprile 2015, dopo aver raggiunto a bordo di un furgoncino il garage dell’abitazione di Mirmina Spatalucente, ha caricato qualcosa sul mezzo ed è ripartito nella zona di contrada Bochini. In prossimità della SS. 115, trovandosi davanti ad un posto di controllo, Panuzzo ha fatto retromarcia. Gli agenti lo hanno raggiunto e fermato. Nel suo furgone è stata ritrovata la benna rubata alla ditta MaGeCo. L’uomo aveva cercato di avvisare telefonicamente Mirmina nel tentativo di far scomparire il resto della refurtiva. Dalle conversazioni emerge che Panuzzo ha comunicato: “Gli sto dando i documenti… quello là in campagna levalo nel caso dovessero venire”. Ma gli agenti sono riusciti eseguire in tempo una perquisizione in contrada Fiumara, dove è stato trovato il martello pneumatico della ditta MaGeCo.

Il Gip, in accoglimento delle richieste del pubblico ministero, ha disposto gli arresti domiciliari, col divieto di comunicazione con persone diverse da quelle con gli stessi coabitanti.

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