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Teatro di Siracusa, i ritardi per l’apertura: in scena lo scontro

Teatro comunale di Siracusa

SIRACUSA. Sessant’anni di attesa, la riapertura agli spettacoli e poi dieci giorni di polemiche. È ormai una battaglia continua quella che vede al centro del ring il teatro comunale dopo che lo scorso 26 dicembre la struttura di via Roma è tornata a ospitare spettacoli e concerti. A rivendicare quanto fatto dalla propria amministrazione e attaccare l’attuale giunta guidata dal sindaco Giancarlo Garozzo è l’ex sindaco ed ex assessore al Centro storico Roberto Visentin. «È chiaro che da parte di tutti c’è grande soddisfazione per la riapertura del teatro comunale – ha spiegato Visentin – ma non posso non rilevare che è strumentale, da parte dell’attuale amministrazione comunale, sostenere che i ritardi siano stati legati alla necessità di effettuare interventi di completamento e al contenzioso con la ditta che ha realizzato l’impianto anti incendio anche perché per la riparazione dell’impianto serviva una cifra esigua». Va ricordato che la difficoltà principale nell’ultima fase del recupero della struttura di via Roma, come spiegato a più riprese dall’attuale assessore al Centro storico Francesco Italia è stata proprio l’impossibilità di attivare l’impianto antincendio. Una circostanza che ha portato l’amministrazione a elaborare un progetto per bypassare le condutture inutilizzabili. «Sarebbe opportuno – sostiene l’ex primo cittadino – chiarire quali interventi sono stati effettuati dall’attuale amministrazione e quali invece portati avanti gli anni scorsi. Si chiariscano quali siano le vere ragioni che hanno fatto slittare l’apertura del teatro».

L’ex sindaco torna anche all’ottobre del 2013 e alla presentazione dello spot pubblicitario girato da «Dolce&Gabbana» in provincia. «Vorrei capire come sia stato possibile ospitare una festa privata all’interno del teatro – aggiunge Visentin -. È evidente che i titolari del noto marchio italiano non avrebbero mai accettato un cantiere per il proprio party». Visentin ha poi ricordato che nel corso della propria sindacatura sono stati spesi 5,3 milioni di euro mentre altri 2,7 milioni sono stati quelli investiti quando sindaco era Titti Bufardeci e altri 1,8 milioni di euro prima del 2000.

Se Visentin accusa l’amministrazione comunale di aver solo inaugurato un teatro in gran parte finito, l’assessore e vicesindaco Italia non ci sta e rispedisce al mittente le critiche. Italia non usa giri di parole e parla di “tentativi più o meno maldestri di attribuirsi i meriti della riapertura del nostro prezioso teatro”. «Sia chiaro – sostiene il vicesindaco – che né io né il primo cittadino abbiamo mai negato i meriti delle precedenti amministrazioni. Va però anche ricordato che non si tratta solo di quanto si spende ma anche di come vengono spesi i fondi e su questo punto è bene sapere che mentre sulle opere strutturali non abbiamo riscontrato anomalie ma rispetto agli impianti non possiamo certo dire altrettanto». Per Italia “appare strano che nessuna delle precedenti amministrazioni avesse mai riscontrato che l’impianto anti incendio perdesse da tutti i punti di giunzione, che non fosse mai entrato in funzione, che fosse stato realizzato in modo differente rispetto al progetto e con materiali difformi”.

Per verificare le condizioni dell’impianto, come ricordato proprio da Italia, sono state effettuate due perizie, una da un perito nominato dal Comune e uno dal giudice e in entrambi i casi è emerso come risolvere il problema non era una “semplice sostituzione di alcuni giunti da effettuare con una modica spesa”. «Il risultato – prosegue Italia – è che abbiamo dovuto fare a meno di un impianto costato alla collettività quasi un milione di euro. Ci spieghi poi Visentin come sia possibile che un teatro a detta dell’ex sindaco pronto, fosse senza corpi illuminanti in molte zone fondamentali come vestibolo, ingresso, biglietteria, bar, foyer, bagni, palchi e guardaroba e come mai quelle costosissime applique fossero state installate ovunque tranne dove servivano davvero». Italia risponde anche alle nuove critiche sull’evento di «Dolce&Gabbana». «Prima di tutto non è stata una festa privata ma il lancio in anteprima mondiale di uno spot realizzato dal regista Giuseppe Tornatore, con le musiche di Ennio Morricone – ha concluso il vicesindaco -. La proiezione, riservata a un numero molto ristretto di giornalisti internazionali di settore, non ha comportato l’impiego dei palchi e del teatro ma solo di alcuni posti in platea».

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