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Siracusa, i sindacati: dati allarmanti sulla disoccupazione

SIRACUSA. Oltre centomila disoccupati in provincia, con una percentuale di giovani senza lavoro salita nell’ultimo anno al 58 per cento, investimenti fermi nel polo industriale di Priolo, incremento della precarietà nel settore della scuola, commercio e dei servizi. È il quadro fornito per i dodici mesi che hanno scandito il 2016 dai segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò ieri mattina nella conferenza di fine anno tenuta nel salone della Camera di commercio. Il sindacato ha consolidato la sua unità e da questo elemento intende ripartire per il 2017.

«È una provincia che registra sempre più dati allarmanti – ha spiegato Roberto Alosi – ribaditi anche dalle classifiche stilate da Italia Oggi e dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita. Siracusa si trova al centonovesimo posto su 110 province italiane per qualità della vita. Solo questo dato rende perfettamente l’idea di dove siamo arrivati e cosa occorra per risalire nuovamente la china. Il nostro territorio precipita sempre più in basso con dati allarmanti sulla disoccupazione, con il triste primato in Sicilia in termini di infortuni sul lavoro, certificato dall’Inail. Si allarga la fascia di povertà e si abbassa il livello di sicurezza nel lavoro e di vivibilità delle nostre comunità». Determinante “rinsaldare un patto con la classe politica”, secondo il segretario della Cisl, Paolo Sanzaro che ha ricordato le vertenze rimaste aperte, da quelle della formazione professionale che coinvolgono in provincia oltre settecento unità, ad oltre mille forestali, ai seicento dipendenti dell’ex Provincia e di Siracusa Risorse, ma anche quelli dei settori edile, metalmeccanico, ed agroalimentari.

«Ci sono vicende rimaste aperte come quelle dell’Eni, delle bonifiche nell’area industriale e del risanamento ambientale, del rilancio dell’infrastrutturazione autostradale e ferroviaria – ha sottolineato Sanzaro – di positivo c’è la stabilizzazione dei precari nell’Asp, ma vanno affrontate da subito le vertenze relative ai servizi forniti dalle guardie giurate della stessa Asp che hanno protestato nei giorni scorsi e della qualità di vita per le fasce più deboli della popolazione come anziani e giovani con questo ultimi che sono tornati ad emigrare al Nord Italia ed all’estero alla ricerca di lavoro».

Per Munafò si è di fronte ad un bivio: «O si sceglie di perseguire una battaglia unitaria nel tentativo di far emergere le innumerevoli risorse del territorio – ha detto il segretario della Uil – oppure si continua a vivere per inerzia con un arretramento che anziché farci avvicinare al resto della penisola, ci allontanerà ancora di più. La classe politica dia quel segnale atteso iniziando a spendere le risorse comunitarie per rilanciare il territorio, sblocchi quindi i fondi del risanamento ambientale e crei le condizioni per rendere appetibile la provincia a nuovi investimenti in ambito industriale, turistico ed agroalimentare».

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