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Negato il porto d'armi al deputato dell'Ars che denunciò gli estorsori

Pippo Gennuso

SIRACUSA. Il prefetto di Siracusa ha negato il porto d'armi al deputato regionale Giuseppe Gennuso che ha subito minacce dopo le sue denunce contro estorsori palermitani. Lo dice lo stesso parlamentare regionale che ha scritto al ministro degli Interni Marco Minniti e al procuratore della Procura nazionale antimafia Franco Roberti per ottenere il permesso.

Gennuso, ribadisce di non sentirsi protetto dopo le minacce ricevute. La prefettura di Palermo gli ha assegnato una tutela dinamica ma il parlamentare chiede un livello di sicurezza più elevato per la sua famiglia. «Ho denunciato i fratelli Cosimo e Giorgio Vernengo, figli del boss Pietro, capomafia del mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù, che sta scontando l'ergastolo per omicidio, e sono stato lasciato solo. Non voglio fare la fine di Libero Grassi», dice e ricorda che il questore di Siracusa avrebbe invece dato il via libera al rilascio del porto d'armi.

Qualche mese fa con la sua denuncia ai carabinieri di Palermo aveva mandato in galera tre presunti estorsori che gli avevano chiesto il pizzo nella sala Bingo che gestisce col figlio. Gennuso, del gruppo Ars Pid-Gs, ha denunciato poi lo scorso settembre che mentre passeggiava a Ispica (Sr) è stato avvicinato da due uomini in moto che gli hanno mostrato una pistola nascosta sotto la giacca e consigliato di ritrattare: «Devi cambiare versione, se no la facciamo finita, presuntuoso che sei, hai capito?».

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