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"Amico ucciso con un pugno", convalidato l'arresto per il 43enne di Siracusa

SIRACUSA. «Non volevo ucciderlo, lo giuro. Sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto a causa mia, credetemi, ma io non volevo ucciderlo». A testa bassa, visibilmente molto scosso, mostra nell'atteggiamento di comprendere soltanto adesso la drammaticità del suo gesto Sebastiano Musso, l’operaio edile di 43 anni, in carcere da tre giorni per avere ucciso con un pugno il suo migliore amico, il commerciante di auto del quartiere Epipoli, Franco Iraci, 47 anni, al termine di una serata passata in maniera spensierata tra i locali di Ortigia e dopo una discussione che si è accesa all'improvviso nei toni sulle qualità e le virtù di una donna da entrambi conosciuta.

L'uomo è stato trasferito ieri mattina dal carcere di Cavadonna a palazzo di giustizia dove è comparso, assistito dall'avvocato Antonello Davì, davanti al gip del tribunale Michele Consiglio per l'udienza di convalida. Sebastiano Musso non si è trincerato dietro il silenzio ma ha acconsentito a rispondere alle domande del giudice sottoponendosi all'interrogatorio di garanzia nel corso del quale ha ribadito la propria ammissione di responsabilità fornendo tuttavia una ricostruzione dei fatti per certi aspetti diversa da quella resa dall'amico che si trovava in loro compagnia quella sera e che è stato testimone oculare dell'accaduto.

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