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Le moschee del Siracusano tra gli obiettivi sensibili

SIRACUSA. Erano sotto controllo ben prima della tragedia del 13 novembre a Parigi e continuano ad esserlo le moschee presenti in città e nel resto della provincia. La più storica è quella ricavata a Cassibile, dove, secondo stime dei carabinieri, si aggirano mediatamente 89 fedeli, ma ce ne sono altre 5: una nel capoluogo, nella zona della Borgata, e poi ad Augusta, Rosolini, Pachino ed Avola.

Non è possibile fornire con esattezza il numero esatto delle persone che frequentano i luoghi di culto dei musulmani, ma la cifra si aggirerebbe intorno ai mille praticanti. Persone, perlopiù originarie dei paesi dell’Africa settentrionale, ma fino ad ora non sarebbero stati ”censiti” dei fondamentalisti. Oltre ai carabinieri, in campo, sotto l’aspetto della sicurezza, ci sono gli agenti della Digos della Questura, per i quali le moschee sono un obiettivo sensibile.

«Noi facciamo sempre i controlli – spiega il dirigente della Digos, Enzo Frontera – a prescindere da quello che è accaduto in questi mesi, contrassegnati dai fatti di Parigi. Ogni volta che c’è la preghiera, dunque, ogni settimana, compiamo delle verifiche. Da anni abbiamo confronti con gli imam e c’è un rapporto ottimo con loro e con quelli che frequentano le moschee. Posso dire che non ci sono situazioni di rischio per quanto concerne la sicurezza». In poco meno di un mese e mezzo, gli agenti di polizia hanno portato a termine alcune operazioni sul fronte dell’immigrazione clandestina che si sono concluse con 8 provvedimenti di espulsioni.

Il grosso di stranieri senza permesso di soggiorno, 7 in tutto, è stato scovato a Pachino, uno dei Comuni dove la presenza di migranti è tra le più alte in tutta la provincia per via della presenza di numerose aziende agricole. L’ultimo blitz, in ordine di tempo, è avvenuto in città, in particolare in una palazzina ricavata nel rione della Graziella, ad Ortigia, dove si nascondeva un nordafricano irregolare.

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