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Inchiesta sul Ponte Calatafari: "Mancava data per demolirlo"

SIRACUSA. Sono stati interrogati Natale Borgione e Sergio Russo, l’ingegnere capo ed il geometra del Comune, indagati dalla magistratura per la vicenda legata alla demolizione del ponte dei Calafatari. Avrebbero chiarito la loro posizione.
In particolare il dirigente, nel corso della sua deposizione, avrebbe spiegato che le ragioni della decisione di palazzo Vermexio di disporre l’invio delle ruspe si fondono sulla pericolosità della struttura.
L’inchiesta, coordinata dal capo della Procura, Francesco Paolo Giordano, e dal sostituto, Margherita Brianese, ipotizza il reato di falso e focalizza l’attenzione su un provvedimento di somma urgenza con cui si è sostanzialmente proceduto all’abbattimento del terzo collegamento tra Ortigia ed il resto della città ma in questo stesso documento, secondo fonti investigative, mancherebbe la data.
Un passaggio ritenuto assai sospetto almeno dagli inquirenti e dal personale del Nictas dell’Asp che intendono accertare se vi siano state pressioni esterne. Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno sentito alcune persone, dipendenti di palazzo Vermexio che, sulla questione, hanno espresso idee molto diverse rispetto a quelle degli indagati.
In sostanza, non tutti i tecnici del Municipio hanno «sposato» la tesi dell’ingegnere capo del Comune che, nei mesi scorsi, in piena bufera politica, aveva ammesso la precarietà dei pali di fondazione del ponte dei Calafatari.

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