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Indagini sulla morte di Eligia Ardita a Siracusa, il padre: «Merita la verità»

Dopo i «sigilli» all’abitazione di via Calatabiano atteso l’arrivo dei carabinieri del «Ris» per i rilievi. Il padre di Eligia Ardita «La decisione di sequestrare l'appartamento ci rende contenti».

SIRACUSA. Si dice "soddisfatto" e "di nuovo fiducioso" sul lavoro della Magistratura ma torna anche a chiedere "un decreto di allontanamento" dell'ex marito di Eligia Ardita. La decisione della Procura di sequestrare l'appartamento di via Calatabiano dove lo scorso mese di gennaio è stata trovata in agonia l'infermiera siracusana di 35 anni ha di fatto azzerato la tensione tra la famiglia Ardita e gli investigatori.

Nei mesi scorsi in più occasioni il padre di Eligia, Tino Ardita, aveva criticato l'azione dei magistrati chiedendo ripetutamente di sequestrare l'alloggio dove la figlia abitava con il marito Christian Leonardi, oggi indagato per omicidio.
«La decisione di sequestrare l'appartamento - ha detto Ardita - ci rende contenti perché segna un cambio di rotta nelle indagini. L'ingresso del procuratore aggiunto Fabio Scavone nel pool di magistrati ha certamente segnato un rilancio di tutte le attività». La famiglia Ardita nelle scorse settimane si era anche detta pronta a chiedere di revocare l'indagine alla Procura. «Adesso siamo tornati ad avere grande fiducia - ha aggiunto il padre di Eligia - quindi non intendiamo chiedere alcuna revoca. È chiaro comunque che bisognerà accertare eventuali responsabilità su come sono state condotte nei mesi scorsi le indagini».

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