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Spese all'Inda, sette indagati a Siracusa

SIRACUSA. Bufera sull'Istituto nazionale del  dramma antico che organizza i cicli di spettacoli classici nel  Teatro Greco di Siracusa. Sette tra funzionari ed ex funzionari  dell'Inda e imprenditori sono indagati dalla Procura della  Repubblica di Siracusa nell'ambito di un'inchiesta sulle spese  sostenute dall'Istituto dal 2005 al 2012. L'accusa è di  associazione a delinquere e truffa. La Guardia di finanza ha  notificato loro un provvedimento di conclusione delle indagini  preliminari e informazioni di garanzia.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Francesco Paolo  Giordano e dirette dal pm Roberto Campisi, avrebbero accertato  che i contratti di pubblicità «venivano conclusi attraverso  licitazioni private a favore di società riconducibili a parenti  e/o coniugi di funzionari dell'Inda». Secondo le Fiamme Gialle  dal 2009 al 2012 sono stati affidati lavori relativi alla  pubblicità per circa euro 500 mila euro, poi risultati fittizi,  ad una società i cui componenti erano in stretti rapporti di  parentela con il responsabile operativo dell'Inda.   Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a Fernando  Balestra, Enza Signorelli e Vanessa Mascitelli, rispettivamente  ex sovrintendente, ex consigliere delegato e responsabile  operativo dell'Inda, ed agli imprenditori Angelo Renato, Renato  Renato, Laura Scandurra e Giampiero Parrinello, amministratori  di diritto e di fatto della Archimedea srl di Siracusa.      «Si tratta di diversi anni e di contratti ripetuti nel tempo  - ha detto il procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano -  per cui si è delineato un profilo che potrebbe sembrare di  stabilità per questi fatti e quindi è stata contestata  l'associazione per delinquere».      Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate su  Vanessa Mascitelli, moglie di Angelo Renato, imprenditore e  amministratore di fatto della Archimedea srl, i cui titolari  sono i genitori. «Abbiamo analizzato una mole di documentazione  contabile - ha spiegato dal canto suo il comandante provinciale  della Guardia di finanza, colonnello Antonino Spampinato -  contestando per tre anni consecutivi l'emissione di fatture per  operazioni inesistenti. Una verifica complessa da parte del  nucleo tributario che ha portato dei chiari risultati».

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