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Priolo, l’Ugl: «Così il Petrolchimico rischia di spegnersi»

«L'area industriale di Priolo è stata colpevolmente abbandonata dalla classe politica - ha detto il segretario nazionale dell'Ugl - non bastano gli accordi di programma se poi le risorse non vengono stanziate e spese.

PRIOLO. «La politica industriale del Governo deve vedere in cima alle priorità di intervento il polo industriale di Priolo che rischia di restare solo una base di stoccaggio per le produzioni petrolifere e chimiche». L'esortazione è giunta ieri dal segretario nazionale dell'Ugl, Paolo Capone intervenuto a Siracusa in occasione dell'apertura della stagione congressuale. Al suo fianco c'erano il componente della segreteria nazionale Giovanni Condorelli, il responsabile regionale dell'Ugl, Giuseppe Messina e il segretario provinciale, Antonino Galioto. Il leader dell'Ugl ha parlato di ruolo centrale che deve tornare ad avere il sito di Priolo nei programmi del Governo ed ha indicato anche le cifre dei posti di lavoro persi nell'ultimo biennio: 3 mila nel settore metalmeccanico e 4.500 unità nel comparto edile.

«L'area industriale di Priolo è stata colpevolmente abbandonata dalla classe politica - ha detto il segretario nazionale dell'Ugl - non bastano gli accordi di programma se poi le risorse non vengono stanziate e spese. Sulle bonifiche è il momento di dire basta agli annunci e di avviare un percorso comune tra ministero e Regione perché ci sono aziende pronte ad investire sulle aree dismesse. iato un affondo al ministro del Welfare, Giuliano Poletti in merito al Jobs Act.

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