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Il vescovo di Noto: "I giovani devono essere raggiunti con parole semplici"

Aveva inframmezzato la sua omelia con canzoni di Mengoni e Noemi

NOTO. "Grazie per l'attenzione verso un  fenomeno mediatico che mi vede protagonista mio malgrado, benchè  sia profondamente convinto che oggi i giovani non possano e non  debbano essere lasciati soli e che, anzi, vadano raggiunti con  la semplicità di parole che escano dal cuore». A dirlo,  riferisce una nota, è stato il vescovo di Noto (Siracusa) mons.  Antonio Staglianò, nel corso di un incontro a Crotone con il  consigliere regionale della Calabria Flora Sculco, di «Calabria  in Rete».

Il presule, tornato per pochi giorni nel suo paese natale,  Isola Capo Rizzuto, nei giorni scorsi, a Scicli, ha  inframmezzato la sua omelia con parole di canzoni di Marco  Mengoni e Noemi.     «All'interno di un mondo - ha aggiunto - in cui i processi di  comunicazione spesso appaiono privi di scopo e l'organizzazione  tecnologica forgia società che sterilizzano l'ordine degli  affetti ed i giovani sono lasciati ad uno spontaneismo  sregolato, nel quale ognuno fa da sè, con una forte tendenza al  conformismo e alla omologazione e con un certo sprezzo per la  dimensione comunitaria, noi dobbiamo introdurre parole vere, di  significato profondo, se è il caso anche utilizzando canali poco  ortodossi rispetto ai modelli prevalenti nelle istituzioni  culturali, religiose, civili».  Con Flora Sculco mons. Staglianò si è intrattenuto sulla sua  ultima pubblicazione, «L'Abate calabrese» edita da Libreria  Editrice Vaticana, che ha lo scopo «di suggerire  un'interpretazione che avvalori l'ortodossia di Gioacchino da  Fiore, apportando maggiore chiarezza alla sua dottrina  trinitaria e cristologica per propiziarne una piena  riabilitazione ecclesiale».

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