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Altra tragedia, recuperati in mare 10 migranti morti: salvati altri 941

AUGUSTA. Altri dieci morti nel Canale di  Sicilia, una tragedia inaccettabile ma «statisticamente  prevedibile» in considerazione dei numeri: 9 imbarcazioni  soccorse, oltre 1.200 portati in salvo, se si sommano gli 86  strappati al naufragio dalle autorità tunisine al largo di  Zarzis. E mentre ancora si contano i morti più recenti, altri 94  migranti vengono tratti in salvo in serata dalla Guardia  Costiera a 40 miglia dalle coste libiche, nel decimo soccorso in  24 ore.    La prima notizia del mattino era di quelle «ordinarie»: il  mercantile «Conti Agula» si dirige verso Pozzallo con a bordo  183 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, quel tratto di mare  dove ieri i venti s'erano finalmente placati, dando di nuovo  «ospitalità» ai barconi dei disperati. Ma la seconda notizia non  aveva nulla di rassicurante: una nave con centinaia di  extracomunitari fa rotta verso Augusta, a bordo dieci cadaveri.

 

Le vittime viaggiavano su un gommone che si era rovesciato e il  rimorchiatore Occ Cougar e la nave Dattilo della Guardia  costiera erano riusciti a mettere in salvo 121 extracomunitari,  prima di continuare a pattugliare lo specchio d'acqua alla  ricerca di altri eventuali superstiti. Sulla sciagura la Procura  di Siracusa ha aperto un'inchiesta per naufragio e omicidio  plurimo colposi. I dieci cadaveri sono arrivati nel porto  commerciale di Augusta quando era già buio da poco, trasportati  dalla nave Dattilo. L'unità aveva a bordo 439 extracomunitari,  318 dei quali salvati in attività precedenti al soccorso dei  121.     In meno di 24 ore, dunque, sono state dieci le operazioni di  salvataggio, nove delle quali coordinate dalla Guardia costiera  a circa 50 miglia a nord della Libia, dove sono stati dirottati  vari mercantili e inviati mezzi della Capitaneria di porto e  un'unità della Marina militare inserita nel dispositivo Triton.  Tra le persone tratte in salvo, oltre 30 bambini e più di 50  donne, di cui una incinta per la quale si è reso necessario  l'invio di una motovedetta classe 300 della Capitaneria di  Lampedusa.

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