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Augusta, dissesto e piano di rientro: la Corte dei conti dice no

AUGUSTA. Mancati accordi di rateizzazione con i creditori per il pagamento della gran massa dei debiti fuori bilancio (20 milioni), consistente ammontare di passività potenziali per risarcimento danni, procedimenti in materia di lavoro, pagamenti di incarichi ed opere già realizzate per quasi 21 milioni di euro, a cui si aggiungono le passività potenziali derivanti da contenzioso che ammontano a 1.783.672 euro, per un totale di quasi 45 milioni di euro tra debiti fuori bilancio e passività potenziali difficili da ripianare.

Sono queste le criticità del piano di riequilibrio finanziario, redatto dal sovraordinato del Comune Fortunato Pitrola, presentato nel luglio 2013 dalla commissione straordinaria che gestisce l'Ente e bocciato lo scorso 17 dicembre dalla sezione di controllo della Corte dei conti di Palermo. Il collegio presieduto da Maurizio Graffeo e composto da Stefano Siragusa, Daniele Caprino, Francesco Albo, Francesco Antonio Cancilla, a più di due mesi dalla pronuncia, ha reso note le motivazioni del diniego all'approvazione del piano sostenendo, che l'«Ente ipotizza un riequilibrio finanziario pluriennale, che consiste solo in previsioni pluriennali di maggiori introiti e di riduzione di spese e che non garantisce modalità di copertura certe soprattutto con riferimento ai debiti fuori bilancio non rateizzati, si legge nelle motivazioni. Rispetto a questi, il Comune pur prevedendo nel piano di riequilibrio un frazionamento del pagamento non ha convenuto con i creditori alcun piano di rateizzazione (non risultano stipulati neanche idonei accordi in merito alla rinuncia da parte dei creditori di interessi e rivalutazioni) e ha prodotto poche richieste di rateizzazione, accettate dai creditori, relative solamente al 19 per cento circa dei debiti fuori bilancio da riconoscere, ovvero 4 milioni e 117 mila euro».

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