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Noto, ritrovato un Bambinello dell’Ottocento rimasto nella polvere per anni

L’autore è l’artista palermitano Domenico Fasulo, l’opera in cera esposta al Museo del presepe

NOTO. Per lunghi anni è rimasto in un angolo buio, sotto gli occhi di tutti, ma mai nessuno si era reso conto del reale valore dell'opera. È l'ordinaria storia di uno straordinario ritrovamento: un dormiente Bambinello in cera posto all'interno di una artistica quanto solenne teca, lasciato per anni in uno sgabuzzino della Sala Gagliardi all'interno del palazzo Trigona di Cannicarao (nella parte di proprietà del Comune) a Noto.

L'opera, che seppure intatta era comunque coperta di polvere, è stata ripulita da Corrado Perricone, studioso delle tradizioni popolari, per essere poi esposta al Museo del presepe «Le Mille e una grotta», ospitato dal 2011 in un'ala dell'ex collegio dei Padri Gesuiti. Tutto finito? Nemmeno per idea. «Sono partite le ricerche - racconta Perricone - per risalire alla provenienza e al periodo di produzione dell'opera».


Ed ecco la prima risposta, che è stata una vera sorpresa: a completamento del lavoro di pulitura è venuto fuori il nome dell'autore inciso sulla schiena del bambinello: Domenico Fasulo, artista della cera nato a Palermo nel 1834, che operò soprattutto a Caltanissetta, dove la sua presenza si protrasse per un trentennio. Nel centro nisseno l'artista-artigiano del Natale arrivò nel 1875 - e vi rimase fino al 1905 - dopo aver vinto un appalto per l'esecuzione di alcuni lavori, tra cui la decorazione a stucco delle cappelle interne alla Cattedrale di Santa Maria la Nova.

E proprio in quegli anni all'artista della cera, che nel frattempo fu protagonista di alcuni episodi sfortunati proprio a seguito di quel contratto rivelatosi ben presto poco chiaro (oltre che antieconomico), vennero commissionati da tutta la Sicilia Bambinelli dal volto celestiale. Il Bambinello da qualche giorno è esposto al Museo dove, con ogni probabilità, è destinato a rimanere.

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