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Mafia Capitale e accoglienza ai migranti, inchiesta anche in altri centri siciliani

L’indagine è ai primi passi: verranno controllate due strutture. In una telefonata intercettata si fa riferimento a Melilli

SIRACUSA. L’inchiesta «Mafia Capitale» si allarga a Siracusa. Il fascicolo che porta la firma del capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, è finito sul tavolo dei magistrati siciliani, che hanno aperto un’inchiesta focalizzata su due centri di accoglienza.
Il primo è quello di Melilli, gestito da Eriches 29, un consorzio di cooperative, costola del gruppo cooperativo «29 giugno» nell’orbita di Salvatore Buzzi, uno dei personaggi principali dello scandalo romano, indicato come il braccio destro di Carminati. Il secondo è quello di Priolo, in contrada Mostringiano, affidato all’associazione onlus Papa Francesco. La curiosità degli inquirenti è stata «solleticata» dalle conversazioni al telefono tra Luca Odevaine, componente del Tavolo per i rifugiati, ed una sua collaboratrice, che avrebbero discusso della struttura di Melilli.

 

Lo «sforamento» in Sicilia dell’inchiesta Mafia Capitale ha, così, chiamato in causa la Procura di Siracusa ed il suo capo, Francesco Paolo Giordano, ha dato ordine ai militari della Guardia di finanza di spulciare qualsiasi carta relativa ai due centri. Sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme gialle, ci sono le procedure di assegnazione e la stessa gestione.

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