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«Finte buste paga per comprare l’auto»: scoperto il raggiro a una concessionaria di Siracusa

La gang catanese è stata scoperta dagli agenti della Polstrada e della Questura

SIRACUSA. È stata scoperta una gang specializzata nelle truffe alle concessionarie di auto. Sono stati gli agenti della polizia stradale e della Questura a fermare, nel corso dell’operazione «Itacar», tre persone A.P.A.R., 35 anni, G.V.A.R., 45 anni, e G.P., 45 anni: mentre i primi due sono stati denunciati con l’accusa di truffa, l’ultimo, anch’esso deferito in Procura, deve rispondere di polizza assicurativa falsa. Si tratta di un primo troncone dell’inchiesta, coordinata dal comandante provinciale della polizia stradale, Antonio Capodicasa, perché ci sarebbero altre persone coinvolte in questa attività illegale, che avrebbe come base operativa Catania. Gli indagati, secondo quanto fanno sapere alcune fonti investigative, avrebbero preso di mira una concessionaria di autovetture della città ed avrebbero provveduto “all’acquisto di un veicolo utilizzando falsi cedolini stipendiali al fine di ottenere il finanziamento” dicono dalla Questura. Un raggiro che, comunque, avrebbe coinvolto altre vittime ma si tratta di un’operazione su scala nazionale, in quanto dal ministero dell’Interno è partito l’input per avviare dei controlli su un fenomeno che si è allargato a macchia d’olio.

Un sistema, peraltro, non nuovo, quello usato dai presunti truffatori, in quanto la “tecnica” dei finanziamenti ottenuti con documentazioni false risulta abbastanza vecchia ed a farne le spese sono soprattutto le finanziarie. Gli agenti della Polstrada, dopo aver avuto una soffiata, si sono messi sulle tracce degli indagati, di origini catanesi, che, con quegli incartamenti taroccati, avrebbero abbindolato il titolare della concessionaria: avrebbe, così, venduto quell’auto, senza sapere che era tutto un trucco. Le indagini, comunque, non si sono concluse ed i fari dei poliziotti si sono accesi sul capoluogo etneo dove ci sarebbero i cervelli di questa gang che starebbe facendo affari d’oro con l’acquisizione di mezzi, in particolare, macchine, che finirebbero in un mercato parallelo. Un’inchiesta piuttosto complessa, da qui la necessità di spalmarla sull’intero territorio nazionale per capire se esiste una rete di truffatori ramificata in ogni regione.

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