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Noto, l’avviso del parroco: «Niente cibo ai gatti»

Chiesa del Carmine. Polemiche sul cartello fissato dal sacerdote e poi rimosso sul sagrato dell’edificio. «Era un’usanza che faceva la perpetua della casa canonica»

NOTO. Il contestato cartello non c’è più: qualcuno, fors’anche per stemperare le accese polemiche, ha pensato bene di rimuoverlo. Collocato a ridosso della balconata che immette all’interno della vecchia canonica della chiesa del Carmine, lungo la via Ruggero Settimo, il cartello che vieta ”severamente di dare da mangiare ai gatti sul sagrato dell’edificio religioso” è scomparso. Non anche le polemiche che in meno di ventiquattro ore è riuscito a generare. La decisione del parroco, don Rosario Sultana, - che non è il primo né l’unico, una volta arrivato in parrocchia, a contestare l’uso di alimentare i gatti sul sagrato – si è scontrata con l’abitudine di molti parrocchiani e non che si prendono cura dei mici che stazionano davanti alla canonica. È vivo il ricordo dell’attività della perpetua ospite della casa canonica, la signorina Grazietta, scomparsa da appena una settimana a 86 anni, che di consueto dava da mangiare agli animali. E questi, quasi in segno di ringraziamento, erano soliti fermarsi a due passi dall’ingresso, a guardia della canonica. «Ma quel cartello ha rovinato tutto», dice chi tra i fedeli ha criticato la scelta. «Una decisione – aggiunge un’anziana – che sembra voler ignorare la passione e l’amore per i mici di quella santa donna che in questa parrocchia, prima con monsignor Sigona e poi con don Pisasale, ha trascorso più di mezzo secolo». Micetti che, oltre a sfamarsi, in quell’appartato angolo che sorge proprio sotto la balconata da sempre hanno trovato ospitalità. I cartelli di divieto non ci sono più: ma le polemiche sono destinate a proseguire. E qualcuno, tra i favorevoli all’allontanamento dei gatti, si è lasciato scappare qualche battuta: «C’è una odoraccio davvero insopportabile davanti all’ingresso della chiesa. Solo questo dovrebbe bastare per tenere a debita distanza i gatti». Lo sdegno c’è: tra i favorevoli al divieto e i contrari. Ma il parroco mitiga la polemica: ”Mi dispiace che il mio invito abbia suscitato tanto clamore e sia stato frainteso. Ho detto di non dare da mangiare ai gatti sul sagrato in modo da restituire decoro all’area, anche in considerazione delle funzioni celebrate in chiesa. Chi ama questi animali potrebbe prendersi cura di loro adottandoli”. Il monito di don Sultana è anche per il Comune, chiamato a dare risposte su un fenomeno, il randagismo, destinato a incrementarsi in assenza di interventi. Intanto, i tre gattini (erano quattro ma uno è finito sotto le ruote di un’auto), abbagliati dai raggi del sole, sono rimasti a presidiare la canonica. In attesa che da quella porta esca la loro “benefattrice”.

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