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Museo "Orsi" a Siracusa, licenziati a luglio:
protestano gli addetti alle pulizie

SIRACUSA. «Nessuna soluzione trovata dalla Regione per evitare il nostro licenziamento è stata attuata, nei prossimi giorni siamo pronti a riprendere la mobilitazione». Tornano a protestare i quindici addetti alle pulizie come spiega uno di loro, Corrado Uccello. Il personale della «Pfe», era impiegato all'interno del museo archeologico «Paolo Orsi» ed è stato licenziato dopo il mancato rinnovo dell'appalto deciso dall'assessorato regionale ai Beni culturali. Una vertenza aperta poco più di tre mesi fa quando a metà giugno furono annunciati i licenziamenti e dopo i presidi dei lavoratori davanti agli ingressi del museo si era riusciti temporaneamente a trovare una soluzione con l'azienda, impiegando gli addetti negli altri cantieri in cui opera in provincia. Il contratto di appalto non è stato però rinnovato e i lavoratori si sono ritrovati licenziati. «Dopo anni di servizio svolti con impegno e puntualità - ha detto Uccello - ci siamo trovati in questa situazione, causata da iter burocratici lenti e dal contenimento dei costi imposto dalla Regione. Va detto anche che tutto questo è avvenuto senza avere alcun sostegno da parte della deputazione regionale siracusana e dopo che all'interno del museo ”Paolo Orsi” siamo stati impiegati oltre che per le attività di pulizia anche per le mansioni di facchinaggio e giardinaggio». Paolo Mortellaro è uno dei più giovani tra coloro che hanno prestato servizio nell'impresa. «Ho iniziato da poco tempo in questa ditta - ha spiegato Mortellaro - e speravo di poter lavorare ed avere una sistemazione finalmente stabile e duratura. Il mio sogno però è durato pochi mesi». Ha chiesto la garanzia della continuità occupazionale il segretario provinciale della Fisascat Cisl, Vera Carasi. «Siamo di fronte a qualcosa di paradossale - ha detto il segretario provinciale della Fisascat - quanto accaduto durante questa stagione estiva nel pieno dell'afflusso di turisti in città deve fare riflettere, per evitare che a pagare siano sia i lavoratori che gli stessi fruitori della struttura museale». Vi.Cor.

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