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Siracusa, è scontro interno al Pd sulla giunta

SIRACUSA. Un muro sempre più alto e ciascuno arroccato sulle proprie posizioni. Nonostante qualche timido ramoscello d’ulivo, non sembra più esserci spazio per il dialogo nel Partito democratico. Tanto il sindaco Giancarlo Garozzo quanto i ”cuperliani” guidati dal deputato nazionale Pippo Zappulla e il parlamentare regionale Bruno Marziano non sembrano avere alcuna intenzione di tornare sui propri passi. Nel mezzo, ieri, una riunione dell’esecutivo provinciale del Pd, che precede la direzione provinciale di domani, con il segretario Carmen Castelluccio che parla di una «decisione incomprensibile» ma al tempo stesso cerca una unità che oggi sembra più un’utopia che un progetto concreto e spiega che «la via maestra è rilanciare il rapporto tra amministrazione e forze politiche della maggioranza e non cercare una frammentazione politica in consiglio, consegnando la giunta ai capricci e ai trasformismi di singoli e gruppi». Se Marziano ieri aveva messo alla porta Garozzo ribadendo che «non è Lo Giudice fuori dalla giunta ma il sindaco fuori dal Pd», il primo cittadino ”renziano” non si sente minimamente fuori dal partito. «Io sono assolutamente nel Pd - ha detto il sindaco - se qualcuno pensa di buttarmi fuori, lo vada a dire al segretario nazionale e vediamo cosa pensa lui di un’ala del Pd che in tutti questi mesi non ha fatto altro che attaccare l’azione della giunta. Non posso accettare che un deputato nazionale faccia da sponda agli attacchi di un consigliere comunale. Mi spiace anche che Lo Giudice non abbia mai detto una parola per difendere la giunta». Di tutt’altro tenore è la posizione di Zappulla. «La scelta di Garozzo contro quello che reputo il ”mio” assessore - ha detto il deputato - è un atto di ritorsione e di grande miopia politica. All’interno di un partito si può stare ciascuno con le proprie idee ma sempre confrontandosi e dialogando. Io invece in un anno non ho mai avuto il piacere di discutere di programmi politici con il sindaco. I margini per ricucire ci sono se Garozzo ammette di aver sbagliato e accetta di discutere con il partito». Una strada questa che non sembra percorribile al momento da un sindaco che ritiene «di avere carta bianca per la formazione della nuova giunta». Per quanto riguarda l’esecutivo, sicuri di rimanere sembrano essere Francesco Italia, Liddo Schiavo e Silvana Gambuzza. Probabile è anche la conferma di Maria Grazia Cavarra e a sorpresa potrebbe anche rimanere Fabio Moschella, espressione dell’area «Dem» del Pd. Tra i volti nuovi ci saranno quelli di Gianluca Scrofani e Antonio Grasso mentre lasceranno la giunta oltre ad Alessio Lo Giudice anche Santi Pane e Paolo Giansiracusa che avrà però un posto nel consiglio d’amministrazione della Fondazione Inda. Non dovrebbe invece entrare nella giunta il gruppo che fa riferimento a Michele Mangiafico. Sulle polemiche interviene anche il deputato regionale Pippo Gianni. «Il sindaco non può comportarsi da cavaliere oscuro e uomo solo al comando - ha dichiarato Gianni -. Capisca che deve sedersi con la maggioranza che lo ha sostenuto alle elezioni per discutere di cosa vogliamo fare per questa città». Sostegno alle scelte di Garozzo è arrivato invece da Salvo Cavarra capogruppo di «Amarla per cambiarla». «Pur non avendo nulla sul piano umano con Lo Giudice - ha detto Cavarra - già da tempo percepivamo le pressioni e i giochi della corrente cuperliana alle spalle del sindaco. Riteniamo che molti atteggiamenti di Princiotta e Zappulla siano stati portati avanti per incrinare i rapporti all’interno del Pd». Duro anche il vicesindaco Francesco Italia. «Non accettiamo - ha detto Italia - che qualcuno voglia fare passare il messaggio che Lo Giudice all’interno della giunta fosse una sorta di bandiera della legalità mentre tutti gli altri avessimo chissà quali progetti poco trasparenti».

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