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Acqua a Siracusa, la ricetta del Pd: «Su lavoro e gestione si decida in Prefettura»

SIRACUSA. No alle divisioni tra sindaci e lavoratori, e no alle strumentalizzazioni da parte dei «nostalgici della privatizzazione». Il deputato regionale del Pd Marika Cirone Di Marco ha rilanciato «il valore del tavolo prefettizio» sullo scottante tema della gestione del servizio idrico integrato. E messo in guardia da divisioni pericolose. Con un richiamo complessivo a fare fronte comune per trovare soluzioni in grado di soddisfare le esigenze di tutti: quelle dei bilanci dei Comuni, quelle della salvaguardia del posto di lavoro per i dipendenti, e quelle di un servizio efficente ma anche economico per i cittadini. L’occasione per affrontare una questione che da mesi tiene con il fiato sospeso sindaci e dipendenti l’ha fornita ieri mattina la tavola rotonda promossa dal Pd sul tema ”Acqua: bene comune, bene dei comuni”. Confronto a cui ha assistito una significativa rappresentanza di dipendenti di Sai 8 da giorni impegnati in sit-in di protesta. «Il confronto - ha spiegato Di Marco - è servito per inquadrare tutte le questioni legate alla riforma del servizio idrico integrato in Sicilia. Con testimonianze importanti su cosa è stato fatto in altre realtà e cosa non ha funzionato. Sul piano propriamente locale poi è chiaro che la situazione resta delicata ed articolata. Ed occorre lo sforzo da parte di tutti». Di Marco ha riconosciuto le preoccupazioni dei sindaci «che rivendicano di non poter sostenere i costi del personale impiegato nel servizio idrico». Ma, ha aggiunto «occorre trovare anche le forme di tutela per i lavoratori». Ed a proposito della situazione del personale non sono mancate riserve su «aumenti di stipendi immotivati e nuovi incarichi». «Che - ha detto ancora il deputato - pone la necessità di una nuova contrattazione». Sotto esame le varie forme di gestione. Inclusa quella dei consorzi, che per Di Marco «potrebbe vedere coinvolti tutti i 21 comuni». E a sottolineare l’urgenza e l’esigenza di trovare soluzioni ottimali per i comuni e per i lavoratori è stato anche il segretario provinciale del Pd Carmen Castelluccio. «Non si possono scaricare sui sindaci - ha detto Castelluccio - i costi del personale se poi i comuni non sono nelle condizioni di sostenerli. Ma è anche vero che i posti di lavoro vanno salvaguardati». A dare un contributo al dibattito anche Pucci La Torre, del movimento ”Siracusa Volta pagina” che ha espresso riserve non solo sulla gestione Sai 8 ma anche su quella della curatela fallimentare. «Nessuno - ha detto la Torre - ci ha ancora spiegato quali sono le motivazioni dell’aumento tariffario. E comunque dalla ripubblicizzazione dell’acqua non si torna indietro». Il sindaco di Canicattini Paolo Amenta, nella veste anche di vicepresidente di Anci Sicilia ha sollecitato una accelerazione dei tempi anche in seno alla Regione per quanto riguarda la legge definitiva di riforma del servizio idrico. Difficoltà e disagi sono stati segnalati anche dal sindaco di Floridia Orazio Scalorino. Sono intervenuti pure Domenico Giannopolo della conferenza dei sindaci dell’Ato idrico di Palermo, Giovanni Panepinto e Alfio La Rosa della Cgil regionale. Un contributo era atteso anche dai deputati Bruno Marziano Sofia Amoddio e Pippo Zappulla, che sono però risultati assenti.

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