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"Raeli ha commesso cinque omicidi e tre attentati"

CASSIBILE. Cinque omicidi e tre attentati che avrebbero potuto causare la morte delle vittime ma che sono invece rimasti allo stato di tentativo, sono rimasti in piedi a conclusione del processo, durato quasi due anni, nei confronti di Giuseppe Raeli, il pensionato di 73 anni di Cassibile arrestato il 29 novembre 2010 dai carabinieri e tuttora in carcere in quanto ritenuto il presunto killer seriale che ha seminato il terrore nella frazione a sud della città tra il 1998 ed il 2009. I giudici della Corte d'Assise hanno applicato la condanna dell'ergastolo (la sentenza è stata emessa giovedì poco dopo le 21,30 al termine di una camera di consiglio durata 12 ore) all'imputato unicamente per quei delitti per i quali è stato fornito sia nel corso delle indagini che successivamente nel corso del dibattimento in aula, il supporto della prova balistica. Per i giudici di primo grado non vi sarebbero dubbi sul coinvolgimento di Raeli nell'agguato ad Antonio Bruni, avvenuto ad Avola il 21 novembre 1998, il taglialegna Rosario Rizza Timponello, assassinato con quattro colpi di fucile semiautomatico calibro 12 nelle campagne di Noto il 28 gennaio 1999, l'imprenditore Giuseppe Calvo, ucciso il 9 ottobre 2002 con una fucilata dopo essere stato attirato in una trappola con un tronco d'albero messo di traverso lungo la strada che porta al suo podere ad Avola antica. Ed ancora Raeli sarebbe l'autore anche del duplice omicidio dei coniugi di Cassibile Sebastiano Tinè e Giuseppa Spadaro, raggiunti dai pallini esplosi da un fucile mentre guardavano la televisione sulla veranda della loro villetta a Fontane Bianche la sera del 31 luglio 2003, nonchè dell'uccisione del venditore ambulante di frutta e verdura Giuseppe Spada, assassinato la sera del 18 agosto 2004 mentre si trovava con il proprio camion nei pressi dello svincolo autostradale per Cassibile. Nel processo la Corte ha ritenuto responsabile Raeli del tentato omicidio di Aurora Franzone, avvenuto il 12 febbraio 2004 nella sua abitazione di Cassibile, e quello dell'imprenditore Giuseppe Leone, consumato la sera del 15 marzo 2009 davanti al cancello del suo podere in contrada Spinagallo alle porte della frazione a sud della città. La Corte ha invece emesso un verdetto di assoluzione per gli omicidi del ragioniere Rosario Basile, ucciso il 13 agosto 1997 nella veranda della sua villa in contrada Sant'Elia sempre alle porte di Cassibile, l'autotrasportatore in pensione Giovanni Ficara, assassinato la sera del 15 aprile 2000 in una villetta di contrada Maeggio dove si trovava in compagnia di alcuni amici, la coltivatrice diretta Maria Callari, uccisa il 21 dicembre 2000 con un colpo di fucile esploso dietro un muretto a secco mentre usciva dalla sua abitazione in via del Rosmarino a Cassibile davanti agli sguardi atterriti del marito e dei figlioletti. Per i giudici non è stato Giuseppe Raeli ad attentare alla vita di Orazio Cirasa, Giuseppa Moneglia ed infine i coniugi Giovanni Basile e Anna Cappello. La Corte ha assegnato a ciascuna delle parti offese una provvisionale e disposto la trasmissione della sentenza alla prefettura per vagliare la posizione degli eredi di Rosario Rizza Timponello che risulterebbero beneficiari del trattamento riservato ai familiari delle vittime della mafia. La sentenza, i cui motivi saranno depositati entro i prossimi novanta giorni, ha lasciato l'amaro in bocca ai legali della difesa, gli avvocati Titta Rizza, Guido Ziccone e Stefano Rametta che si sono battuti per strappare un verdetto di non colpevolezza. «È una sentenza incomprensibile - ha dichiarato l'avvocato Giambattista Rizza - perchè se Giuseppe Raeli è il "mostro" di Cassibile doveva allora essere condannato all'ergastolo per tutti i delitti contestati. Ma così non è stato. Dove sono le prove visto che il fucile con cui sono state attinte le vittime non è stato mai trovato?».

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