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Noto è invasa da branchi di cani randagi

L’Asp: «Sterilizzazione e microcippatura solo a seguito della cattura degli animali che deve essere operata dal Comune»

NOTO. Da soli o in branco, rabbiosi e aggressivi, nel centro storico come nelle periferie della città e persino davanti all'ospedale di contrada san Giovanni Lardia: Noto è invasa da cani presenti in ogni angolo, mentre nelle contrade il raduno, sempre più massiccio, è davanti ai cassonetti dei rifiuti. Gli estremi per dare vita a una nuova forte polemica ci sono tutti, con centinaia di residenti pronti a puntare l'indice contro il Comune ritenuto incapace, nonostante le ripetute segnalazioni, di affrontare seriamente il problema: «Senza gli opportuni e tempestivi interventi il fenomeno è destinato a incrementarsi», è l'amara considerazione di quanti in questi giorni hanno denunciato alcuni gravi episodi. Come la presenza di un branco di cani, «una vera e propria colonia di randagi, che staziona nell'area interna dell'ospedale», dice Marco Marescalco. «Animali, nutriti da qualche sconosciuto, che manifestano una spiccata aggressività nei confronti di coloro che frequentano la struttura». Ad aggravare ancor di più la già non felice situazione è arrivata anche la chiusura dell'unica, seppure limitata, costruzione esistente: il rifugio sanitario comunale di contrada Volpiglia che poteva accogliere fino a venti cani i quali, dopo essere stati sterilizzati e microcippati, venivano reimmessi sul territorio. «Giornalmente ricevo decine di segnalazioni», dice il sindaco Corrado Bonfanti. «Il fenomeno, per nulla nuovo, si aggrava all'inizio della stagione estiva allorquando tanta gente si libera dell'animale. Ma noi da soli, soprattutto con le poche risorse finanziarie disponibili, non siamo in grado di gestire questo complesso problema che deve essere affrontato anche dal servizio veterinario dell'Asp». Il solito tentativo di rimpallare le competenze? Nemmeno per idea. «Il Servizio Igiene degli allevamenti e randagismo dell'Asp non è mai stato con le mani in mano», afferma il responsabile Franco Latino. «Abbiamo dato seguito a tutte le segnalazioni - aggiunge -, ma il nostro intervento, e quindi sterilizzazione e microcippatura, si giustifica solo a seguito della cattura degli animali che deve essere operata dal Comune». Ma Latino fa anche osservare che il territorio di Noto è immenso, mentre l'attività degli operatori riguarda i cinque Comuni della zona sud della provincia.

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