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Clinica Villa Rizzo a Siracusa, intimidazioni per i dipendenti

Minacce telefoniche per «ammorbidire» la protesta. Le avrebbero denunciate i dipendenti della clinica «Villa Rizzo» che occupano la struttura per difendere i posti di lavoro. Giunti anche attestati di solidarietà

SIRACUSA. Minacce nei confronti di alcuni dipendenti della Nuova clinica «Villa Rizzo» che stanno occupando la struttura di via Agati per difendere il proprio posto di lavoro. Le intimidazioni sarebbero giunte telefonicamente, secondo quanto hanno confermato i lavoratori, e si sarebbe trattato di richieste per ”ammorbidire” le proprie proteste, mettendo subito fine all'occupazione. La struttura sanitaria dove sono operativi i reparti di oculistica, chirurgia e ortopedia, con un totale di 45 posti letto, si trova sottoposta a curatela fallimentare e rischia la chiusura se lunedì non verrà concessa una proroga per il prosieguo delle attività. Ma i dipendenti vanno avanti nella propria lotta ed hanno per il momento deciso di non presentare alcuna denuncia. «È una vicenda che ci ha scosso - ha spiegato una delle lavoratrici della Nuova clinica Villa Rizzo, Maria Argentino - di intimidazioni ne sono arrivate tante, ma siamo qui per difendere il nostro posto di lavoro. Ci chiediamo chi ci sia dietro questa operazione che rischia di fare perdere alla città 45 posti letto, oltre a 30 posti di lavoro". Un richiamo alla città per salvare la clinica lo ha rivolto un'altra delle dipendenti, Lucia La Braca. "Questa è una vicenda che rischia di passare sotto silenzio - ha spiegato La Braca - i cittadini e la classe politica iniziando dal sindaco, giunta e dal consiglio comunale devono essere al nostro fianco per difendere la continuità di questa struttura sanitaria. Le conseguenze sotto il profilo dei carichi di lavoro se già da lunedì verrà decisa la chiusura saranno enormi per l'ospedale Umberto I che si ritroverà a gestire in aggiunta ai propri i pazienti dei reparti di oculistica, chirurgia ed ortopedia, così come è avvenuto alcuni anni fa seguito della chiusura del reparto di ostetricia". Solidarietà ai dipendenti è giunta dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo insieme ai consiglieri comunali Fabio Alota e Salvatore Castagnino che in un documento hanno chiesto al prefetto Armando Gradone l'istituzione di un'unità di crisi per convocare al più presto in Prefettura l'assessore regionale alla Sanità, i rappresentanti della curatela fallimentare i sindacati ed i vertici dell'Asp. "Si stabiliranno così - hanno spiegato Vinciullo, Alota e Castagnino - i percorsi da seguire per evitare il licenziamento dei lavoratori, la perdita dei posti letto, la perdita del budget di cui ha fruito fino ad oggi la struttura e per impedire che questi posti letto possano essere trasferiti in altre strutture private di altre province siciliane".

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