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Acqua a Siracusa, verso la gestione pubblica La holding spagnola chiede cinque anni

SIRACUSA. Sembra tramontare l’ipotesi di affidare alla holding Aqualia la gestione del servizio idrico nei dieci Comuni della provincia che avevano consegnato gli impianti. Ieri riunione in tribunale dei sindaci, con i rappresentanti della curatela fallimentare e della società che dal 27 maggio doveva subentrare nella gestione del servizio idrico. Se da una parte alcuni Comuni si erano detti ”favorevoli” alla gestione privata, ma solo per un anno, in attesa della legge regionale che riorganizza il servizio, ieri la scoperta: il soggetto affidatario del bando della curatela era disposto alla gestione non solo per un anno ma per cinque. Da qui la presa di posizione dei sindaci che si sono detti contrari all’intesa. «Eravamo disposti ad affidare la gestione ma solo per anno - conferma il sindaco della città Giancarlo Garozzo - non per cinque. Per questo mi incontrerò con i consiglieri di maggioranza per convocare al più presto un consiglio per vagliare la migliore soluzione». Il Comune insieme a quello di Priolo era pronto ad affidare la gestione ma solo se fosse stata provvisoria. Adesso invece si dovranno valutare alcune proposte, come ad esempio la possibilità di fare un avviso pubblico in attesa della nuova legge regionale e garantire così gli 80 dipendenti ex Sogeas, o studiare una soluzione per la depurazione. Dall’altra parte ci sono i comuni di Floridia e Solarino che invece hanno comunicato la volontà di riottenere gli impianti: forti delle delibere adottate nei Consigli comunali nei giorni scorsi, i sindaci Orazio Scalorino e Sebastiano Scorpo, vogliono la gestione pubblica. A Noto, invece, il sindaco Corrado Bonfanti comunicherà la possibilità di gestire gli impianti attraverso l’Aspecon. Della stessa posizione anche il comune di Buccheri. Aqualia di fronte a queste posizioni non sarebbe disposta più a subentrare nella gestione solo su alcuni Comuni. Rimane però l’incognita per i dipendenti: i timori maggiori riguardano proprio la possibilità che i Comuni possano inglobare i lavoratori, poche sono infatti le certezze sulle risorse da impiegare. Fe.Pu.

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