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Priolo, licenziamenti Rem: la protesta si acuisce

Lionti, insieme al collega Giuseppe Manfrida, ha allestito un gazebo davanti al cantiere dell’impresa, organizzandosi anche di sera e trascorrendo la notte dinanzi all’ingresso dell’azienda

PRIOLO. «Contro di noi è stata consumata un’ingiustizia, andremo avanti con la protesta coinvolgendo il paese di Priolo». Lo ha ribadito ieri pomeriggio Giuseppe Lionti, uno dei due operai licenziati dalla ditta “Rem” di Priolo, specializzata nelle attività di bonifica ambientale anche all’interno dell’area industriale di Priolo. Lionti da ieri ha avviato lo sciopero della fame ed insieme con il collega Giuseppe Manfrida ha allestito un gazebo davanti al cantiere dell’impresa, organizzandosi anche di sera e trascorrendo la notte dinanzi all’ingresso dell’azienda. La loro protesta è giunta al terzo giorno. «Finora abbiamo avuto la solidarietà solo di cittadini, alcune associazioni che ci sostengono e pochi consiglieri comunali – ha spiegato Lionti – chiediamo certezze per il nostro futuro. Si parla tanto di bonifiche nella zona industriale, e finora abbiamo subito due licenziamenti senza sapere neanche le motivazioni. Chiediamo di essere reintegrati negli organici». Per l’altro dipendente licenziato, Giuseppe Manfreda, che condivide con Lionti uno spazio sotto il gazebo la decisione assunta dall’impresa resta poco comprensibile. «Negli anni abbiamo dimostrato con i fatti di volere e sapere lavorare – ha sottolineato Manfreda – ma tutto questo sembra non essere stato sufficiente, visto che l’unica prospettiva che ho è di vivere io e la mia famiglia con un’indennità di disoccupazione per altri otto mesi, senza sapere poi come potere tirare avanti». Al fianco ai due lavoratori da tre giorni c’è il segretario provinciale della Fismic, Gianfranco Savatta che stamani dopo le 9,30 avrà una riunione con il sindaco Antonello Rizza ed i due lavoratori. «Chiederemo garanzie per i due operai – ha spiegato il segretario della Fismic – che hanno perso il proprio posto pur essendoci delle commesse di lavoro. Va evitato il ricorso a manodopera proveniente da altre province e tutelato il diritto di lavoro per gli operai priolesi che convivono solo con la speranza degli investimenti sulle bonifiche e sugli annunci di una classe politica che li ha dimenticati. Nei prossimi giorni alzeremo i toni della protesta organizzando anche una manifestazione».

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