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Ecatombe a Priolo, persi 5 mila posti di lavoro

PRIOLO. Per oltre quattro ore sono rimasti in presidio chiedendo certezze sul proprio futuro. Un gruppo di dieci operai della Rem, azienda di Priolo, specializzata nelle attività di bonifica ambientale all'interno dell'area industriale hanno manifestato davanti all'ingresso della ditta per dire no al licenziamento di due colleghi con il mancato reintegro. "Una decisione che non condividiamo - ha spiegato uno dei dipendenti, Giuseppe Lionti - perché l'impresa ha commesse di lavorazione ed in prospettiva il lavoro non manca nel settore delle bonifiche. Personalmente è una beffa visto che alcuni anni fa ho anche lottato contro una grave malattia ed adesso mi ritrovo fuori dal ciclo produttivo, pur essendoci un verbale di accordo firmato alcuni mesi fa". L'altro dipendente licenziato è Giuseppe Manfreda, da tre mesi senza lavoro. Per lui solo la prospettiva di tirare avanti con un'indennità di disoccupazione che durerà 8 mesi. "Vogliamo tornare a lavorare - ha detto Manfreda - abbiamo dimostrato in questi anni il nostro impegno e il nostro spirito di sacrificio durante le attività di bonifica. Tutto questo non può essere messo in discussione da tagli occupazionali sui quali abbiamo chiesto le ragioni senza avere risposte".
A sostenere la mobilitazione dei lavoratori c'era ieri il segretario provinciale della Fismic, Gianfranco Savatta. "Chiederemo un confronto con l'impresa - ha spiegato il segretario provinciale della Fismic - per ottenere l'assorbimento dei due dipendenti e prospettive chiare su quanto l'azienda intende realizzare nei prossimi mesi". Una realtà quella dell'indotto che sta pagando in termini di perdita di posti di lavoro saliti a 5.000 tra addetti dei settori metalmeccanico ed edile comunque i pochi investimenti previsti nell'area industriale e la paralisi nei programmi di bonifica che facevano parte dell'accordo di programma firmato nel novembre del 2008 e rimasto finora privo di attuazione.

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