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Siracusa: i cento anni dell’Inda, ricordi ed emozioni nel nome di Gargallo

SIRACUSA. Ricordi ed emozioni, prima di tutto, nel primo giorno di festeggiamenti del centenario dalla nascita dell'Istituto nazionale del Dramma Antico, dedicato al conte Mario Tommaso Gargallo. Della famiglia Gargallo erano in molti ieri, a Palazzo Greco, dai nipoti Federico e Tommaso a Loredana Gargallo, fra questi, che ha contribuito alla ricerca e ceduto documenti inediti che hanno dato vita ad un'esposizione, curata da Elena Servito, inaugurata al piano terra di palazzo Greco. Veri pezzi di storia, preziosi e unici, dai telegrammi, ai contratti degli attori, alle lettere personali; tutto era custodito negli Archivi della fondazione ed è stato catalogato e reso disponibile grazie anche al contributo del liceo artistico «Gagini».
Da quel 16 aprile, cento anni e cinquanta edizioni di spettacoli classici. Lo ha ricordato Federico Gargallo, contribuendo ieri anche ad animare un ricco pomeriggio di appuntamenti dall'accensione del Tripode in piazza Archimede, con il contributo della Lilt, la Lega italiana lotta tumori, all'arrivo al Teatro greco, accennando ai tempi del nonno, quando ”un treno portava a Parigi, e si allestivano tratte speciali per portare i visitatori al Teatro greco a vedere le tragedie”. E Sebastiano Monaco, figlio di Giusto, vent'anni alla guida dell'Inda, ha raccontato, visibilmente commosso, del padre che ”fino all'ultimo minuto di vita volle sapere come andavano le prove”.
«Non si poteva trovare maniera migliore - ha detto il commissario straordinario Alessandro Giacchetti - per festeggiare il centenario che dedicarlo alla famiglia Gargallo e al suo fondatore». Per l'occasione è stata coniata anche una medaglia, che raffigura il Teatro greco, realizzata dall'orafo Massimo Sinatra. «La città deve giocare con forza questo ruolo da protagonista - ha aggiunto il sindaco Giancarlo Garozzo -, perchè è l'unica partita che può dare prestigio, quella della qualità e dell'offerta culturale». Una testimonianza ha scosso di più la sala, ieri, alle parole della sovrintendente ai Beni culturali Beatrice Basile quando, riferendosi allo storico sovrintendente e archeologo Paolo Orsi, ha raccontato come avvenne la reale ”apertura” del Teatro greco alle rappresentazioni classiche. «Orsi si oppose per anni ad ogni concessione, era no, e non c'erano dubbi che il Teatro greco fosse solo un monumento e come tale niente doveva alterare questo stato. Fino a quando - ha spiegato Basile - il conte Gargallo lo convinse sull'unicità degli spettacoli, sulla loro esclusiva natura classica. Cedette Paolo Orsi, abbassando la guardia e accettando di effettuare il primo sopralluogo con Ettore Romagnoli, immaginando già la prima di ”Agamennone”, ma sostenendo con convinzione un si alle tragedie e un no deciso alla lirica».
Così ieri ha riaperto ancora le sue ”porte” il teatro più antico del mondo, accogliendo di fatto l'inizio del cinquantesimo ciclo di spettacoli classici, con ancora «Agamennone» di Eschilo. Un Tripode acceso da una grande attrice ma anche figlia d'arte, di uno degli attori più rappresentativi della drammaturgia greca, Vittorio Gassman. Ed è stata proprio Paola Gassman a dare inizio alla cerimonia leggendo un articolo dal Times sulle tragedie del 1914, segita da Ugo Pagliai e Piera degli Esposti prima dell'inizio di «Verso Argo», lo spettacolo celebrativo scritto da Eva Cantarella, regia di Manuel Giliberti. Applausi per Lucia Sardo, Mita Medici, Massimo Cimaglia, Luca Giordana, Deborah Lentini, Evelyn Famà e Simonetta Cartia. Così la festa del centenario ha avuto inizio, ma tante sono le proposte in calendario, dalle mostre ai convegni. (*mt*)

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