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Comune di Avola, bocciato dalla Corte dei conti il piano di riequilibrio finanziario

AVOLA. La sezione regionale di controllo per la Sicilia della Corte dei Conti ha bocciato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Avola, valutandone dopo gli ultimi chiarimenti forniti nell'adunanza del 12 febbraio scorso dal sindaco Cannata e dalla responsabile dell'ufficio Ragioneria Nella Coletta le non congruità ai fini dell'equilibrio. La sentenza con la quale i giudici della Corte dei Conti non approvano il piano di riequilibrio del Comune avolese è stata pubblicata ieri e cade, magari coincidenza, ad un anno esatto (17 marzo 2013) dall'approvazione del provvedimento da parte del consiglio comunale.
Una doccia fredda per il sindaco Cannata e la sua giunta comunale, dal momento che da questo momento potrebbe aprirsi la strada per il dissesto del bilancio comunale e quindi la decisione dei giudici dell'organo di controllo contabile di inviare i commissari regionali al Comune. Ieri pomeriggio appena avuta la copia della sentenza di non approvazione del piano di riequilibrio finanziario il sindaco Cannata ha subito riunito lo staff tecnico-amministrativo, il responsabile dell'ufficio legale Paolo Blanco, la responsabile dell'ufficio finanziario Nella Coletta, la vice-segretaria Maria Grazia Distefano, e i componenti del collegio dei revisori dei conti. Al centro con i tecnici la lettura delle 40 pagine della sentenza con i numerosi punti contestati dai giudici e la valutazione della possibilità di ripresentare un nuovo piano di riequilibrio finanziario nei termini di legge (entro 90 giorni), evitando in questo modo il "default" del Comune.
I giudici della Corte dei Conti nel dichiarare non approvato il piano di riequilibrio espongono nelle decine di pagine della sentenza le motivazioni, contestando principalmente e in maniera più incisiva tra i numerosi punti, la spesa del personale troppa alta, avanza di amministrazioni precedenti e soprattutto due tipologie consistenti di debiti fuori bilancio che non sono stati ancora approvati dal consiglio comunale e che avrebbero dovuto essere deliberati in precedenza e che secondo i giudici costituiscono presupposto per il piano di riequilibrio. La forbice dei giudici dell'organo di controllo contabile insiste ancora sui debiti del lodo arbitrale ancora pendente in appello alla Corte di Appello di Roma, relativo al contenzioso della impresa Astaldi-Di Penda che ammonta a 16 milioni di euro, e ad un altro debito complessivo di 6 milioni e 600 mila euro, tra cui un contenzioso di 4 milioni di euro con un privato che sarebbe stato già vinto dal Comune. Ma anche su profili di elusività tributaria che hanno determinato passività di bilancio relativa al 2012, facendo sforare il patto di stabilità. Insomma tanti debiti che pongono alla Corte dei Conti forti perplessità sull'equilibrio di bilancio. A pesare maggiormente sembra essere il consistente debito fuori bilancio che è oltre 22 milioni di euro.
Cannata ha espresso profonda amarezza per la decisione della Corte dei Conti di bocciare il piano di riequilibrio, pur dicendosi certo di aver fatto dall'inizio del suo mandato ad oggi tutto il possibile "per uscire fuori dal dissesto che si era subito presentato al momento del mio insediamento. Abbiamo approvato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, riuscendo in questi 19 mesi ad eliminare 8 milioni di debiti senza aumentare le tasse, salvando ogni mese ai dipendenti lo stipendio e pagando i fornitori. Adesso stiamo valutando con i tecnici e domani anche con i rappresentati delle forze politiche di maggioranza e opposizione, - dice Cannata - la possibilità di riproporre il piano di riequilibrio, cercando prima di capire se ci sono gli estremi per rimodulare il piano. Ora occorre sanare tutto quello che secondo noi è un debito incerto.

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