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Noto, ospedale Trigona: «Serve subito una Tac e il servizio trasfusionale»

NOTO. «Subito una Tac con mezzo di contrasto e un primo servizio trasfusionale all'ospedale Trigona di Noto: ai buoni propositi - la certezza del potenziamento del Pronto soccorso in quanto vera eccellenza nel panorama sanitario siciliano, e anche per la posizione centrale - ora devono seguire inevitabilmente i fatti». La richiesta è di Sebastiano Tiberio, Rosario Salemi e Salvo Cosentino, artefici del Comitato Pro Trigona, che a cinquanta giorni dalla riunione della VI commissione dell'Ars (quella che si occupa di servizi sociali e sanitari) tenutasi a Noto, chiedono che si dia seguito agli impegni assunti partendo con gli «adeguamenti tecnologici e di personale, indispensabili per poter far fronte all'emergenza-urgenza». È proprio all'area dedicata ai servizi di pronto soccorso ospedaliero e a quelli di soccorso sanitario extraospedaliero di emergenza che il Comitato rivolge la massima attenzione: «Appare fondamentale realizzare quelle riqualificazioni in grado di permettere, in caso di massima urgenza, una rapida decisione del percorso diagnostico, seguito dagli interventi assistenziali e terapeutici più opportuni. La Tac con mezzo di contrasto presente al Pronto soccorso del Trigona eviterebbe al paziente di essere sballottato da Noto all'ospedale di Avola, e poi chissà dove. Ci soddisfa appieno la volontà dell'assessorato regionale alla Salute di realizzare questo servizio anche a Noto - affermano Tiberio, Salemi e Cosentino -, tuttavia non possiamo trascurare che l'ulteriore carico di lavoro non può e non deve ricadere sullo stesso personale attualmente in servizio nei due presidi. Crediamo, nell'interesse di operatori e pazienti, che il servizio di radiologia debba essere incrementato di infermieri di tecnici e medici. Altrimenti si rischia di acquisire le attrezzature e non riuscire a renderle operative». Pressappoco identiche le motivazioni che spingono a richiedere il servizio di centro trasfusionale. «Ci si è resi conto - dicono i tre - che in caso di interventi urgenti, quando è ritenuta estrema la necessità delle sacche di sangue, non si può attendere il ritiro che oggi viene eseguito ad Avola. E anche in questo caso si pone la questione del personale che dovrà essere distaccato a Noto». Nella loro analisi i tre del Comitato prendono le mosse dal carico di lavoro che ruota attorno al Pronto soccorso, «prodotto da un'utenza di oltre centomila persone, numero destinato a raddoppiare durante l'estate».

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