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La piscina comunale di Noto è nel degrado, Tiralongo mette sotto accusa la gestione

NOTO. Allarme per la piscina comunale di Noto: la struttura del «Palatucci» il complesso polisportivo di contrada Zupparda, versa in uno stato indecoroso e di grave degrado. A denunciare l'abbandono che ha aggredito la piscina inaugurata appena cinque anni fa - era il febbraio del 2009 - è il presidente della terza commissione consiliare Aldo Tiralongo, che a seguito del sopralluogo eseguito dal dirigente del Settore Gestioni e manutenzioni, Franco Caristia, oggi parla ”di uno stato ben più allarmante rispetto ai problemi di igiene e pulizia”. «Notevole è il tasso di umidità - dice Tiralongo -, con presenza di condensa e muffe sui muri e sulla copertura, sporcizia e locali allagati». E senza mezzi termini Tiralongo punta l'indice contro il responsabile di questo degrado. «È la Rari Nantes di Siracusa, società che dal 2009 ha in gestione l'impianto - aggiunge il consigliere - e che già da subito si è segnalata per incuria, negligenza e inosservanza». Tiralongo, così come aveva già fatto nel settembre del 2012 l'allora assessore allo Sport Daniele Manfredi, snocciola le inadempienze: a cominciare ”dai canoni mensili non pagati” e definendo la gestione della società siracusana ”nel suo complesso assolutamente inadeguata per il mantenimento dell'impianto, incapace di rendere un decoroso servizio all'utenza”. «Talmente erano gravi gli inadempimenti, a partire dalle gravi carenze igienico-sanitarie tali da mettere a repentaglio la salute pubblica - afferma Tiralongo - che per qualche mese la piscina comunale è stata inibita al pubblico».
Una situazione per nulla nuova, tanto che la terza commissione consiliare già nel 2012 aveva segnalato l'urgente necessità di interrompere i rapporti con la Rari Nantes, indicando ”un percorso che oltre a risolvere il contenzioso con la società, consentisse l'esecuzione di quelle opere primarie e già allora urgentissime per eliminare la situazione di pericolo e giungere così all'affidamento ad altra società”. Fu allora che per la prima volta venne fuori l'ipotesi dell'affidamento a una cooperativa di giovani ”che - dice Tiralongo - avrebbero potuto così trovare una occasione di lavoro e guadagno. Ma il Comune, forse per la complessità del contenzioso - ricorda oggi il presidente della terza Commissione -, preferì la strada del componimento bonario proseguendo il rapporto con la stessa società. Non credo che oggi, alla luce dei nuovi e più gravi segnali di degrado con la struttura frequentata da tanti bambini si voglia continuare il rapporto”.

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