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Siracusa, polemiche dopo la canzoncina dedicata a Renzi, Garozzo: "Disgustoso l'attacco alla scuola"

SIRACUSA. Il giorno dopo è tutto in un cumulo di fogli su una scrivania. Sono tutte email di insulti e minacce rivolte alla dirigente scolastica e alle insegnanti dell’istituto comprensivo «Raiti». C’è chi grida allo scandalo e chi urla «vergogna».
Nel frattempo, tra i corridoi dell’istituto scolastico di via Pordenone, i bambini e i ragazzi che hanno accolto mercoledì il presidente del Consiglio Matteo Renzi, hanno ripreso le lezioni e, almeno per loro, il ”tornado” della canzone «Clap and jump per Renzi» sembra alle spalle. A esprimere tranquillità, oltre alla dirigente scolastica Angela Cucinotta, sono gli stessi genitori dei bambini. «Mi è spiaciuto leggere critiche molte facili e pretestuose frutto di un provincialismo che non ci aiuteranno a crescere - racconta Massimo Cortese, presidente del consiglio d’istituto -. Noi e soprattutto i bambini, primo mio figlio, l’hanno vissuto come un giorno di festa per accogliere una istituzione, indipendentemente da chi ricopra oggi quel ruolo». Nelle telefonate di insulti e nelle mail che hanno inondato l’indirizzo di posta elettronica dell’istituto comprensivo «Raiti», però, si respira tutt’altro che un clima di festa. La vicenda è stata anche denunciata alla Digos.
«Abbiamo solo accolto il presidente del Consiglio con un benvenuto elaborato dagli stessi ragazzi - ha spiegato Cucinotta -. Abbiamo una scuola di musica e i ragazzi si cimentano spesso in testi creati da loro, per salutare magari le insegnanti che vanno in pensione o anche per occasioni particolare. Hanno creato testi anche per me, qualche volta, ma non ci trovo davvero nulla di strano». Rispetto al clima da tempesta che si è creato dopo la visita di Renzi, il dirigente scolastico assicura che «l’intero istituto sta vivendo con serenità quanto accaduto, compresi i genitori che ci hanno anche fatto i complimenti. Non possiamo ovviamente pretendere che tutti la pensino come noi». Sulle email di insulti e minacce, invece, il dirigente del «Raiti» ribadisce che «probabilmente sono persone che non hanno a che fare quotidianamente con i bambini e certe accuse ritengo siano dettate da menti che sono lontane da una politica sana, vera ed equilibrata. La visita del presidente del Consiglio non era solo una cosa del ”Raiti”, doveva essere una occasione per Siracusa e la Sicilia. Tutte le polemiche sorte sono lontane dalle menti dei bambini e dello stesso istituto».
Dello stesso avviso anche Paolo Genovese, professore di musica del «Raiti». «Il nostro è stato semplicemente un benvenuto festoso e gioioso - ha detto Genovese -. Leggendo il testo si vede che alla fine i ragazzi dicono al presidente del Consiglio di ”affidargli con fiducia sogni e speranze”. Trovo davvero vergognoso che si stiano volendo strumentalizzare dei bambini in una polemica che è davvero brutta quando invece si è completamente perso il senso della giornata e cioè il tema dei sogni».
Molto critica anche Silvana Gambuzza, assessore comunale all’Infanzia. «Mi sento disgustata da quello che si dice su questa canzone cantata al presidente del Consiglio - ha dichiarato Gambuzza -. È vergognoso strumentalizzare una cosa così bella fatta dai bambini». Gambuzza interviene anche sugli insulti ricevuti dalla scuola. «Ci hanno anche discriminati come siciliani accusandoci di essere assoggettati a chiunque arrivi al Sud - racconta Gambuzza - come se noi siciliani non avessimo personalità. Non sono tollerabili attacchi di questo tipo alla gente che lavora e che per questo momento di festa ha solo cercato di fare del proprio meglio».
Il sindaco Giancarlo Garozzo si è invece detto «disgustato» dalla polemica sui bambini dell’istituto «Raiti» mentre rispetto alla visita di Renzi ha sottolineato «l’attenzione che il premier ha riservato a Siracusa» evidenziando allo stesso tempo che «adesso rimangono una serie di questioni sul tavolo che approfondiremo anche con il sottosegretario Graziano Delrio. Mi riferisco in particolare al nuovo ospedale e alla situazione dei minori non accompagnati».

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