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Anziano cardiopatico resta senza elettricità A Noto la Curia si mobilita in suo soccorso

NOTO. «Il contratto per il servizio di energia elettrica con un nuovo gestore avrebbe dovuto darmi garanzie e certezze, a partire dalle tariffe meno costose. Invece i problemi sono aumentati: da due settimane, nonostante le decine di telefonate al call center dell’azienda, innumerevoli fax spediti in giro per mezza Italia (da Augusta mi hanno dirottato persino a Milano), mi trovo con la luce staccata per un ritardo nel pagamento cagionato dal mancato ricevimento della bolletta. Il versamento, seppure con ritardo rispetto alla data di scadenza, è stato eseguito ma la luce a casa mia continua a mancare».
È l’amaro sfogo di un settantaquattrenne pensionato, Eugenio B., titolare di un modestissimo vitalizio, che da più di un ventennio si è stabilito a Noto e che negli ultimi tempi, anche a seguito delle sue precarie condizioni di salute - è cardiopatico -, ha richiesto l’assistenza della Caritas cittadina. «Due settimane senza luce: tra chiamate al numero verde, richiesta di documenti inviati tramite fax, e decine di colloqui con i diversi impiegati del call center dell'azienda - racconta sfiduciato - eccomi ancora qui a raccontare questa triste storia. Ho anche spiegato ai tanti interlocutori telefonici, che nel frigo conservo alcuni medicinali per me indispensabili proprio a causa dei malanni di cui soffro. Mi è stato assicurato, una volta inviata anche la certificazione medica attestante il mio stato di salute e ritenuta utile per accelerare la pratica di riallaccio, che nell’arco di qualche giorno, pur essendoci di mezzo un festivo, la luce sarebbe tornata a casa mia. Invece, a tutt’oggi non è successo nulla: alla mia età - aggiunge l’uomo - mi rattrista il fatto che da settimane vengo indirizzato da un numero ad un altro, lasciato a lungo in attesa telefonica, invitato a trasmettere fax. Tutto eseguito alla lettera - dice il signor Eugenio -, ma con quale risultato? A casa mia continua a mancare la luce».
A dargli conforto, e anche una mano, sono intervenuti alcuni volontari della Caritas cittadina, testimoni della poco piacevole odissea burocratica. Sono stati proprio loro, attraverso i diversi contatti telefonici e la trasmissione di documenti, a sollecitare il riallaccio. «Abbiamo ricostruito la posizione del signor Eugenio, e una volta regolato l’insoluto, abbiamo inviato, così come richiesto, copie delle bollette e del certificato medico che attesta le condizioni di salute dell’anziano - dice Michele Parisi che insieme a don Ottavio Ruta, penitenziere della Cattedrale, sta seguendo il caso-, ma a tutt’oggi la luce non è stata riallacciata».
In cima ai problemi c’è la conservazione di quei medicinali ritenuti indispensabili per la salute dell'uomo. Tant’è che Eugenio, facendo fronte ai disagi, dal giorno del distacco dell’energia elettrica conserva i farmaci nel frigorifero di un vicino di casa. «Oggi posso confidare nella generosità di queste persone e dei volontari della Caritas cittadina che continuano a sostenermi. Penso però a chi sta peggio di me».

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