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Rissa a colpi di chiave inglese e cacciavite: dissapori tra due famiglie di Avola, quattro in cella

AVOLA. Oltre una settimana fa furono denunciati a piede libero assieme ad altre otto persone appartenenti ai loro stessi nuclei familiari, tutti chiamati a rispondere di rissa aggravata. Rancori e dissapori che per quattro dei 12 denunciati a piede libero non si sono del tutto assopiti al punto che ieri mattina sono tornarti a darsele di santa ragione e a colpi di cacciavite, tondino e un tubo di ferro plastificato, finendo questa volta tutti in carcere con l’accusa di rissa aggravata dalle lesioni personali. A finire in manette dopo le tempestive indagini degli agenti del commissariato di polizia di Avola, a seguito della rissa fra i componenti di due famiglie, sono stati i fratelli Paolo e Francesco Giummo, 29 e 30 anni, e i coniugi Luciano Langella e Marisa Barone, entrambi di 41 anni, con i primi due con precedenti di polizia giudiziaria di cui uno per resistenza a pubblico ufficiale. I tre uomini dopo le formalità di rito effettuate negli uffici della polizia, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa Roberto Campisi, sono stati accompagnati al carcere di contrada Cavadonna, mentre la donna è stata trasferita al carcere femminile di piazza Lanza a Catania, tutti in attesa dell’interrogatorio di garanzia e dell’eventuale convalida dell’arresto da parte del Gip del tribunale di Siracusa.
I 4 arrestati, che pare si erano appuntati la vendetta dopo la precedente rissa di nove giorni fa avvenuta nel loro quartiere delle case popolari di via Santa Lucia, ieri intorno alle 9.20 si sono incrociati in piazza Francesco Corridoni, nei pressi del distributore di carburante Erg. La coppia era in auto, una Mercedes Classe A, e i due fratelli Giummo fermi con un loro parente fruttivendolo. Dalle parole i quattro sono passati subito ai fatti, iniziando con le botte a mani nude per poi passare con gli oggetti pericolosi e pesanti, come la chiave inglese di 35 centimetri pare utilizzata dal Langella per colpire alla testa Francesco Giummo. Quest’ultimo trasportato poi al pronto soccorso dell’ospedale Di Maria dove i medici di turno dopo le cure del caso lo hanno dimesso con una prognosi di 6 giorni salvo complicazioni, dopo avergli praticato 3 punti di sutura. Langella finito successivamente all’ospedale, è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni per contusioni sparse ad un braccio. Le armi bianche utilizzate dai quattro durante la rissa in strada sono state rinvenute e sequestrate dentro la macchina dei coniugi Langella, parcheggiata davanti al commissariato, perquisita dai poliziotti dopo che erano stati bloccati in via Siracusa e condotti negli uffici per gli accertamenti del caso.

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