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Augusta, depuratore: a rischio i 30 milioni del Cipe

AUGUSTA. "Che fine hanno fatto i 30 milioni di euro stanziati dal Cipe per la realizzazione del depuratore di Augusta?. Sono all'Ato o alla Sai 8?". A sollecitare risposte chiare, visto l'assenza di certezze, è il gruppo locale di Centro democratico, che si rivolge alla commissione straordinaria del Comune e alla curatela fallimentare di Sai 8, per sapere dove sono finiti i fondi che dovrebbero permettere alla città di non sversare più i suoi reflui in mare. Gli esponenti politici si dicono pronto a rivolgersi alla Procura se non dovessero arrivare risposte certe in merito.

"Già da un anno - hanno detto il parlamentare regionale Pippo Gianni e il segretario provinciale Nicky Paci- la Sai 8 avrebbe dovuto utilizzare le risorse che, unite a quelle già disponibili del Cipe, dovevano consentire l'inizio dei lavori per la depurazione. Oggi i curatori fallimentari Sai 8 hanno l'obbligo di intervenire per capire dove si è bloccato l'iter dei finanziamenti Cipe. In passato abbiamo lavorato per portare ad Augusta i fondi necessari per la depurazione che consentirebbero una boccata d'ossigeno e un nuovo sviluppo legato al turismo". Nessuna risposta è arrivata da uno dei tre componenti della curatela fallimentare che ha fatto sapere di non essere autorizzato a rilasciare dichiarazioni, si teme che questi fondi possano essere dirottati altrove se non spesi, uno dei tre commissari straordinari del Comune, Francesco Puglisi ha ricordato di aver ricevuto, prima di Natale, rassicurazione da parte del commissario straordinario dell'Ato idrico, Ferdinando Buceti sul fatto che i soldi non si sarebbero persi.
"Anche se ci era stato assicurato che i progetti -aggiunge- sarebbero stati trasmessi nel giro di qualche giorno da Sai 8 al Comune, che sarebbe diventato il soggetto attuatore. Stiamo ancora aspettando così come aspettiamo ancora la documentazione relativa al progetto di un milione di fondi europei per la sostituzione di tubazioni obsolete" .Puglisi ha, inoltre, preso parte all'audizione in commissione regionali, Territorio e Bilancio che si è svolta un paio di giorni fa all'Ars sulla vicenda della gestione idrica e ha ribadito che il Comune megarese intende consorziarsi con gli altri comuni della provincia che hanno consegnato gli impianti a Sai e che non può gestire solo il servizio se non viene approvato il disegno di legge in preparazione. Per venerdì prossimo è in programma un incontro con gli altri comuni che stanno cercando una soluzione definitiva che potrebbe chiamare in causa una società pubblica.

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