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Pachino, l'appello: "Riprendiamoci il parco archeologico"

PACHINO. "Parco archeologico in stato di abbandono: rescindere il contratto con la cooperativa che lo gestisce". Prima erano solo richieste a titolo personale o considerazioni politiche, da giovedì sera c'è qualcosa in più: il consiglio comunale ha votato favorevolmente ad una mozione, presentata da Corrado Nastasi de "Il megafono", in cui si chiede la risoluzione del contratto con la società cooperativa "I rais", che da 2009 gestisce il parco e il cinema "Gozzo".
Ma c'è di più: la mozione è nata a seguito di un lavoro specifico della commissione consiliare d'inchiesta sul corretto utilizzo del parco, costituita a luglio del 2013.
La commissione, formata da Corrado Nastasi, presidente, e Sebastiano Quattrocchi e Antonio Di Maria, in qualità di componenti, ha lavorato per quasi cinque mesi e il bilancio delle condizioni del luogo è disastroso.
Il parco di contrada Cicogna e Scalo Mandrie è costato 3 milioni di euro e fa parte del Pit "Ecomuseo del Mediterraneo", affidato in gestione alla società cooperativa "I rais" nel 2009, dopo una gara d'appalto.
"Allo stato attuale - hanno verificato i tre consiglieri comunali, allegando anche una relazione fotografica -, il parco versa in condizioni di complessivo stato di abbandono, principalmente del circuito archeologico. Le infrastrutture sono in decadimento, i reperti rinvenuti hanno cominciato ad essere dispersi, perché non trovano sistemazione. Non è stata coinvolta la collettività e c'è stata una scorretta fruizione del territorio, con la totale assenza di controllo dell'area che ha favorito atti di vandalismo. Ed ancora, non sono state realizzate le iniziative previste che il gestore si era impegnato di attuare ed alcune mensilità del canone di locazione non sono state pagate".
Alla luce di quanto emerso dalla relazione della commissione d'inchiesta, nella seduta consiliare di giovedì la mozione presentata da Nastasi è stata votata favorevolmente da 12 consiglieri, uno solo astenuto. "Adesso - ha spiegato Nastasi -, visto l'indirizzo politico dato dal consiglio di rescindere il contratto, l'amministrazione affiderà la vicenda nelle mani di un legale".

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