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«Notolibera» e le cifre date dal sindaco: "Ma la crisi occupazionale non è finita"

NOTO. «Investimenti per oltre 25 milioni di euro, più di venti dei quali indirizzati alla realizzazione di nuove opere, alcune delle quali in fase di compimento, altre da concretizzare. Un lavoro avviato in poco meno di due anni e mezzo e che continuerà». Grosse cifre, quelle indicate da Corrado Bonfanti, sindaco di Noto, durante la presentazione della relazione di metà mandato fatta alla città (ieri sera la discussione si è spostata a palazzo Ducezio, in occasione della seduta del consiglio comunale), che non potevano passare inosservate. Tra i primi a ribattere al sindaco, gli ex alleati di Notolibera, il movimento cittadino che ha concorso a realizzare Progetto Noto, portando due consiglieri in aula, e dall'estate scorsa fuori dalla maggioranza. «Venticinque milioni di euro spesi? - si chiede Rosa Bologna, presidente del movimento - Allora non è affatto vero che a Noto manca il lavoro; o quantomeno presto ci sarà per tutti. Ma questo, al momento, è solo un sogno - chiarisce l'ex alleata -, nella realtà, ogni famiglia vive con drammatica angoscia il grave momento di crisi». Lavoro e occupazione, o forse disoccupazione. Al numero uno di Notolibera non è sfuggito un altro importante dato: "Stando alle parole di Bonfanti, c'è tanto da realizzare in città. Eppure - dice Rosa Bologna -, durante l'incontro tra il sindaco e la sua città incentrato su quanto c'è ancora da fare non ho visto le professionalità locali. Dov'erano tecnici, ingegneri, architetti, costruttori edili, e con loro tutte le categorie interessate? La città che sogniamo, secondo il sindaco, si prepara a diventare una fabbrica di rilevanti opere: eppure non si è spesa nemmeno una parola per lo studio del piano urbanistico. Anche questo un mistero", afferma Bologna. "Gli attacchi, peraltro sgangherati, di Notolibera non cessano mai", replica Bonfanti. «In primo luogo, il Comune è deputato a offrire servizi: se una impresa di fuori si aggiudica una gara d'appalto, io non la posso obbligare ad assumere la manodopera locale. Ricordo però al presidente Bologna che la manutenzione determina occupazione di aziende e manodopera locale. Sarei felice di potermi confrontare pubblicamente con questi signori. Io non parlo a vanvera: ho documenti da mostrare».

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